Adesso scoppia la guerra legale tra le coop rosse e la Consip. Ad armare gli avvocati contro la Centrale acquisti del Tesoro, in particolare, è stata Manutencoop, sede in provincia di Bologna, una delle più grosse cooperative italiane di gestione di servizi integrati agli immobili. Oggetto della contesa è un maxiappalto da 1,6 miliardi di euro per la pulizia delle scuole. Nulla a che vedere con la commessa da 2,7 miliardi per il facility management degli immobili pubblici al centro dell’inchiesta che ha messo in crisi parte del giglio magico. Si tratta però di una gara indirettamente evocata dalla stessa indagine, pur non essendo oggetto di verifiche da parte dei pm. Tanto per semplificare la questione, i cui sviluppi però minacciano di essere alquanto complicati, il punto di partenza è una pesante sanzione Antitrust.
Il passaggio – Mesi fa l’Authority guidata da Giovanni Pitruzzella ha sanzionato due colossi di Legacoop, Cns e la stessa Manutencoop, per un’“intesa restrittiva della concorrenza”. I due gruppi nel 2013 si erano aggiudicati 8 lotti su 13 del corposo appalto per la pulizia delle scuole. E secondo l’Antitrust Cns e Manutencoop avevano incassato alcuni di questi lotti mettendosi d’accordo. Dopo la sanzione dell’Antitrust la Consip ha deciso di risolvere la convenzione con le due società in riferimento a 6 lotti precedentemente aggiudicati. E ha chiesto lumi all’Anticorruzione per capire come comportarsi in futuro con le due associate di Legacoop, lasciando intendere l’esistenza di un rischio di esclusione da altre gare. Le mosse della Centrale acquisti del Tesoro hanno fatto letteralmente infuriare le due coop rosse. La prima a scendere in campo è stata proprio Menutencoop, con una nota che in realtà era diretta in primis a rivendicare la correttezza del comportamento dei suoi vertici in occasione di un incontro con l’Ad di Consip, Luigi Marroni. Ma c’è un passaggio della stessa nota in cui la coop bolognese svela la sua strategia bellicosa. La premessa è che “recenti pronunciamenti dei giudici amministrativi hanno escluso che comportamenti anticoncorrenziali rientrino nel novero di cause di esclusione rilevanti ai sensi del Codice degli appalti”. Del resto la società “ha già impugnato l’illegittima risoluzione, avvenuta lo scorso novembre, da parte di Consip della convenzione sulle scuole”. Insomma, la guerra legale ha già avuto inizio. C’è di più. La coop bolognese, infatti, incalza dicendo che “eventuali esclusioni da parte di Consip o di altro ente sarebbero illegittime”. E Manutencoop dichiara fin da ora “che impugnerebbe nelle sedi competenti qualsiasi provvedimento in questa direzione”. Parole a tratti quasi minacciose, rivolte non solo alla Consip, ma indirettamente anche all’Anticorruzione, laddove la nota evoca “decisioni da parte di altro ente”.
Il dettaglio – Proprio l’Authority di Cantone, a cui la Consip ha chiesto un parere ad hoc, dirà la parola finale sul comportamento che la Centrale acquisti pubblica dovrà tenere con le due coop rosse. E qui c’è un precedente, ricordato ieri da La Notizia, che non lascia tranquille le due società. Attivata dal ministero dell’istruzione, infatti, l’Anticorruzione ha chiarito che la risoluzione della convenzione con Cns e Manutencoop, decisa dalla Consip dopo le sanzioni Antitrust, “produce effetti anche rispetto agli atti contrattuali attuativi”. Uno stop totale, che naturalmente vede fortemente contrarie le due associate di Legacoop. Alla fine della fiera ci troviamo di fronte a una guerra legale che è appena partita, con un corollario di toni molto aspri. Senza trascurare il garbuglio di decisioni e controdecisioni che rendono gli esiti di questo braccio di ferro del tutto imprevedibili. Almeno fino a quando l’Anticorruzione non risponderà alla richiesta di parere della Consip.