I partiti di Centrodestra del Lazio sembrano convergere sull’ipotesi di candidare il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi come Presidente della Regione alle elezioni del prossimo Febbraio. Un’idea in antitesi con la consueta prassi di proporre leader politici romano-centrici e esponenti di realtà parlamentari. Ma Pirozzi, l’endorsement se lo è guadagnato sul campo. Fuori dai salotti del potere, il sindaco, eletto nel 2009 e riconfermato nel 2014 con la sua lista civica “Viva Amatrice Viva”, ha costruito per la sua città una stabilità e una reputazione più forti del drammatico terremoto di agosto, che ha spezzato la vita di 235 persone e ha spazzato via la maggior parte degli immobili.
Parola ai cittadini – La passione e la forza d’animo del primo cittadino sono emersi agli occhi del mondo in quel tragico giorno estivo in cui con lacrime agli occhi ha spiegato alle telecamere che il suo paese non c’era più. Ma chi ha visto da vicino il suo operato racconta la storia di un “uomo vero”, oltre al poltico. Niccolò, un ragazzo di trent’anni, figlio di amatriciani da tre generazioni, si emoziona quando parla del suo sindaco “all’apparenza duro ma pieno di passione per la sua terra e la sua gente”. Commosso quando parla della sua casa crollata durante il sisma, il giovane parla di un sindaco “condottiero”, sempre in prima linea per difendere il suo popolo e impegnato a “salvare l’anima e le persone di Amatrice”. Come lui la pensano in molti, anche chi ha visto Pirozzi lavorare fuori dal campo politico, nell’altro campo da lui amato, quello da calcio. Per anni il sindaco ha allenato diverse squadre di serie D. Il direttore sportivo del Trastevere Calcio, che il primo cittadino ha allenato fino al 23 agosto scorso, parla di un “professionista esemplare e generoso” che ha messo nel calcio lo stesso amore che ha sempre riposto nella sua attività amministrativa. Il dirigente sportivo racconta di quando, trovandosi ad Amatrice per un evento, ha avvertito il sindaco della presenza di due sacchi di immondizia abbandonati in un prato. L’intervento per farli rimuovere è stato immediato, come vuole l’efficienza della politica locale che Pirozzi porta avanti da anni, diventando oggi riferimento e simbolo di migliaia di suoi colleghi “sconosciuti”.
La politica migliore -La nota colorata dell’attività amministrativa locale, lontana dagli sfarzi di Palazzo Chigi e dagli eloquenti conti in banca della “casta”, si inserisce infatti nel quadro a fosche tinte che rappresenta oggi la politica dei salotti e delle stanze del potere che più non appassiona, più non regala emozioni e più non lega il suo mandato a una sinergia di intenti per il benessere comune. Non è un caso se in tutta Italia i sindaci più amati, come Pirozzi, non siano eletti sotto l’egida di simboli nazionali ma sotto il segno delle loro liste civiche. È una voce silenziosa quella di chi mette il prossimo davanti a se stesso, ma senza far rumore questa voce urla riscatto. La voce del sindaco di Amatrice ha bloccato la chiusura dell’ospedale Grifoni, costringendo il Presidente della Regione, Nicola Zingaretti, a fare un passo indietro. E la lista dei successi è lunga. E se fosse confermata la sua candidatura, in molti come Niccolò e Andrea potranno dire che c’è bisogno di altruismo e di “amare il prossimo”.
di Beatrice Scibetta
Il sindaco di Amatrice usato come esca. La vera carta è la Meloni
Lo stallo sulla legge elettorale dalla quale discenderanno eventuali alleanze prima o dopo il voto, sta condizionando non solo il centrodestra nazionale ma anche quello del Lazio. Anche se qualcosa a destra sul territorio comincia a muoversi. Un sasso nello stagno ieri è stato lanciato. Il Tempo ha tirato fuori il nome di Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, quale papabile candidato alla presidenza della Regione Lazio. In realtà, come ha confermato a La Notizia un consigliere della Pisana, “è da almeno due o tre mesi che gira il nome di Pirozzi. Con l’intento di smuovere un po’ le acque. Nella nostra area, infatti, una consapevolezza c’è ed è quella di doversi sbrigare a trovare un candidato che abbia un appeal mediatico ma che sia anche lontano dal passato”. Da qui a dire, però, che sul nome di Pirozzi ci sia un piano preciso o addirittura già un accordo ce ne passa. “Anzi, non è escluso – ha fatto notare un altro insider del centrodestra – che sia solo un modo per bruciarlo”. Nell’ambiente della destra romana, infatti, più di una fonte considera per nulla peregrina “una discesa in campo proprio di Giorgia Meloni, lasciando a Matteo Salvini la leadership nazionale”.
Do ut des – Una sorta di ticket con la Lega a sostegno della leader di Fratelli d’Italia nella corsa alle regionali e il partito dell’ex ministro della Gioventù schierato con il segretario del Carroccio a livello nazionale. “Non è un’ipotesi campata in aria – hanno spiegato – Tra l’altro, mentre Salvini alle politiche potrebbe avere qualche possibilità solo con un centrodestra unito, Meloni nel Lazio ha le sue carte da giocare. Quindi, altro che ridimensionamento, sarebbe una strategia vincente”. Un piano di fronte al quale, però, dentro Fratelli d’Italia le bocche restano cucite, ma dal consiglio regionale qualche esponente di centrodestra ha confermato al nostro giornale che “il dialogo c’è. Soprattutto tra il gruppo Cuori italiani (per lo più ex Ncd, a parte Luca Malcotti di provenienza Misto), meloniani e salviniani. E soprattutto sono in molti che vorrebbero si lavorasse da subito a un’alleanza strutturata”. Certo, con Forza Italia questo ragionamento è ancora acerbo: “Non sanno cosa fare e dove andare”. Senza contare poi un altro ostacolo e cioè i rapporti ridotti ai minimi termini tra Alemanno e Storace con la Meloni.
“Una cosa è certa – ha concluso un consigliere – Meloni potrebbe mettere d’accordo più facilmente di un Pirozzi”. Non senza spiegare il perché una candidatura del sindaco di Amatrice sarebbe complicata: “Un candidato che proviene dalla provincia che conta meno, cioè quella di Rieti, sarebbe difficile da far digerire a Latina come a Frosinone”. Comunque sia, dalle parti del centrodestra la nebbia rimane fitta. Solo la legge elettorale potrà sbloccare eventuali alleanze e candidature.
di Paola Alagia