Antonio Caridi è stato rinviato a giudizio. La decisione è stata presa, come rende noto il Corriere della Calabria, dal gup Antonio Laganà che lo ha rinviato a giudizio per associazione mafiosa, insieme agli altri 38 imputati del procedimento Gotha che hanno scelto l’ordinario. Insieme a lui, dovranno affrontare il processo anche l’ex deputato Psdi, Paolo Romeo, considerato al vertice della direzione strategica della ‘ndrangheta reggina, il suo braccio destro, Antonio Marra.
In più, continua il Corriere della Calabria, dovranno affrontare il dibattimento l’ex controverso canonico di Polsi, Don Pino Strangio, il giudice Giuseppe Tuccio, il dirigente comunale Marcello Cammera, il marchese Saverio Genoese Zerbi, l’ex sottosegretario regionale Alberto Sarra. Per i magistrati, hanno fatto parte del mosaico costruito dalla cupola delle ‘ndrine per governare la Calabria. Una strategia, questa, passata attraverso il condizionamento di tutte le elezioni, dal 2001 al 2010, dal governo dei grandi affari societari e immobiliari realizzati a Reggio Calabria, dal condizionamento di appalti e lavori pubblici, e che negli ultimi anni puntava a mettere le mani sulla città metropolitana. Una città-stato nei progetti di Paolo Romeo, che trova eco nella strategia secessionista o indipendentista che – quanto meno dalla metà degli anni Ottanta – adottata con impegno variabile dalla cupola delle mafie. Per gli inquirenti infatti la cupola riservata della ‘ndrangheta è solo parte di un organismo più grande – e ancora sconosciuto – che rappresenta tutte le mafie. I pentiti la chiamano “commissione nazionale”, “Cosa unita” o “Cosa nuova”.