Uno dei nomi più curiosi non può che essere quello di Francesco Nicodemo. Indelebile resterà il suo tweet quando Paolo Gentiloni si candidò alle primarie del Pd a Roma: “Se io fossi romano e dovessi votare Gentiloni a sindaco di Roma, voterei il M5S pure io”. Ecco, oggi Nicodemo lavora beatamente negli uffici di quello stesso Gentiloni, come suo consulente (dopo esserlo stato anche con Matteo Renzi). Incarico (e stipendio) di prestigio per il figliol prodigo: “assistente del capo dell’ufficio”, recitano le tabelle sugli incarichi di diretta collaborazione (pubblicate, peraltro, ieri dopo oltre due mesi di ritardo, come denunciato proprio dal nostro giornale) e una retribuzione di 60mila euro annui. Ma, per carità, Nicodemo sarà in ottima compagnia, considerando che Gentiloni, tra conferme e nuovi ingressi, conta ben 13 collaboratori. Tra i confermati c’è l’ex Rifondazione Comunista Pilade Cantini che, per 80mila euro, si occupa della “trattazione della corrispondenza” e dei “rapporti con i cittadini” (incarico già svolto con Renzi), Gabriele De Giorgi, figlio del capo di stato maggiore della marina militare, e il filosofo renziano Antonio Funiciello.
Dalla Farnesina con furore – Ma, com’è legittimo che sia, sono sbarcati a Palazzo Chigi anche fedelissimi di Gentiloni che già lo avevano accompagnato nella sua avventura alla Farnesina: da Tobia Zevi (giovane rampante del Pd capitolino) alla sua storica segretaria particolare, Rita Lucentini, fino a Elisa Rinelli, anche lei da sempre al seguito di Gentiloni dopo aver collaborato – manco a dirlo – con il fu giornale Pd, Europa. Senza dimenticare il consigliere politico di fiducia, Luca Bader: per lui contratto da 85mila euro. Decisamente meno, peraltro, rispetto a quanto prendeva alla Farnesina, dove il suo contratto raggiungeva addirittura i 120mila euro annui. C’è, poi, l’ufficio stampa di Palazzo Chigi. Casualità: tutti riconfermati (a cominciare dal renziano della prima ora, Filippo Sensi) ma, nello spirito del solidale aggiungi un posto a tavola, è stata inserita una collaborazione ad hoc per un’altra storica assistente di Gentiloni, Flaminia Lais (vicina prima a Francesco Rutelli di cui è stata addetta stampa), che godrà di una retribuzione da 90mila euro, visto il ruolo di prestigio: “responsabile della comunicazione del Presidente del Consiglio”.
Da un dicastero all’altro – Ovviamente, però, i conti (e le curiosità) non finiscono qui. Perché se è pur vero che da quando è arrivato Gentiloni a Palazzo Chigi, i consulenti sono drasticamente diminuiti (per dire: i collaboratori personali sono passati dai 17 di Renzi a 13), è anche vero che le new entry sono tutt’altro che secondarie. Prendiamo la neo-sottosegretaria di Stato, Maria Elena Boschi: tra tante riconferme (a cominciare da Lucia Annibali), troviamo anche una nuova segretaria particolare, Claudia Conte (65mila euro e rotti), giovane dem architetto che tanto si è distinta all’ultima Leopolda. Finita qui? Certo che no. Uno dei ministri che ha accolto più collaboratori è senz’altro Luca Lotti, passato da due consulenti a nove. E chi troviamo, tra i tanti? Innanzitutto Luca De Bonaventura in qualità di capo ufficio stampa (80mila euro), transitato proprio dalle stanze della Boschi a quelle di Lotti. Spazio, poi, anche per un altro dem: Alessandro Giovannelli, ex segretario del Pd a Pistoia. Senza dimenticare il professor Leonardo Farrara, capo del settore legislativo per più di 100mila euro. Casualità: il professore insegna diritto amministrativo proprio all’Università di Firenze. Così, per non sbagliare.
Tutti gli altri – Basta così? O meglio: basta un sì? Già, perché a trovare spazio a Palazzo Chigi troviamo anche Rudy Francesco Calvo, coordinatore della comunicazione proprio di BastaUnSì, comitato – come si ricorderà – per il Sì al referendum del 4 dicembre. Ebbene, oggi Calvo è capo ufficio stampa (dopo aver lavorato, manco a dirlo, anche per L’Unità) della ministra per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, con una retribuzione, tra le varie indennità, che tocca quota 80mila euro. C’è, infine, la riconfermata Marianna Madia. Partiamo subito col dire che anche in questo caso le consulenze si sono ridotte, passando dalle otto di dicembre (governo Renzi) alle cinque di oggi. Tuttavia ci sono due interessanti new entry “capitoline”. Proprio La Notizia ha, tempo fa, sollevato il caso della consulenza data dalla Madia a Marta Leonori, ex assessore della giunta di Ignazio Marino. Ecco, siamo dinanzi a due casi simili. Perché oggi capo ufficio stampa della ministra è Nicoletta Santucci, che ha svolto lo stesso ruolo in Campidoglio ai tempi del commissario Francesco Paolo Tronca. Ma non è finita qui. Tra i consulenti della Madia c’è anche Simona Testa (segretaria particolare della ministra), ex assessore alla Semplificazione e la Trasparenza – esattamente come la Madia – al IX Municipio di Roma nella passata amministrazione. Un bel balzo in avanti, non c’è che dire.
Tw: @CarmineGazzanni