di Marte Cherubina
Si è aperto un nuovo capitolo sulla mancata bonifica dell’ex-Sisas di Pioltello-Rodano. A fine gennaio la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti ha ufficializzato che il risanamento non si era mai concluso. Greenpeace ha sottoposto la relazione alla Commissione Europea che ora dovrà intervenire.
L’associazione ambientalista aveva già denunciato le irregolarità sui lavori fatti e in particolare il cambiamento del codice identificativo delle scorie tossiche.
Tale stratagemma era servito a facilitarne lo smaltimento e a evitare la sanzione di oltre 400 milioni di euro stabilita dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2004, che condannava l’Italia per non aver ripulito la zona.
Il polo chimico
L’ex-Sisas si trovava nel cosiddetto “Polo chimico di Pioltello-Rodano”, nella periferia est di Milano e occupava una superficie di 330 mila metri quadrati. In quest’area erano presenti tre discariche, denominate A, B e C, con circa 280.000 tonnellate di rifiuti industriali – compresi idrocarburi policiclici aromatici, residuo della produzione di colle e solventi contaminati con mercurio – di cui 50.000 tonnellate di nerofumo, generati dai processi produttivi.
Oggi in Italia le aree da bonificare sono numerose: 57 di esse, le più pericolose, sono classificate come “Siti d’Interesse Nazionale” (SIN) e coprono il 3 per cento del territorio del Paese.
Il polo chimico di Pioltello-Rodano è inserito nella lista dei SIN e costituisce un preoccupante precedente dal momento che quintali di rifiuti nocivi sono stati smaltiti o stoccati in strutture inadeguate e non rintracciabili.
I fatti
La vicenda affonda le radici già nel 1986, quando il Tribunale di Milano ha condannato la Sisas alla bonifica delle tre discariche.
La società ha disatteso la sentenza, di conseguenza la Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione che nel settembre 2004 si è trasformata in condanna per non avere ancora risanato i siti pericolosi.
Il 21 dicembre 2007 è stato sottoscritto un Accordo di Programma (AdP) da 120 milioni di euro (poi saliti a 164, ma la Regione ha erogato solo 32 milioni) tra tutti gli Enti Pubblici interessati (Ministero dell’Ambiente, Regione Lombardia, Provincia di Milano e Comuni di Pioltello e di Rodano) e TR Estate 2, la società originariamente incaricata della bonifica.
Il 24 giugno 2010, TR Estate 2 si è ritirata dall’AdP, accusando gli enti pubblici di non aver rispettato la tempistica prevista e ha dichiarato di aver impiegato 25 milioni di euro per la bonifica della discarica C, asportando 35.000 tonnellate di scorie.
A settembre 2010 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha indetto una gara per lo smaltimento dei rifiuti residui, vinta da Daneco Impianti per 36,8 milioni di euro. Nel frattempo però la Commissione Europea ha chiesto alla Corte Europea di Giustizia di imporre sanzioni finanziarie all’Italia e per evitare la maximulta dal gennaio 2011 centinaia di camion hanno iniziato a trasferire il nerofumo misto a terra in siti non identificati.
Rifiuti fuori dall’Italia
La Daneco Impianti, vista l’impossibilità di smaltire scorie pericolose nel nostro paese, le ha trasportate in una discarica gestita dalla società spagnola Befesa, situata a Nerva, in Andalusia, anche se non risultava dotata degli impianti di pre-trattamento per eliminare in sicurezza i rifiuti tossici.
Il 4 febbraio 2011, il Commissario Delegato ha scritto al Sindaco del Comune di Pioltello comunicando che al 31 gennaio 2011, circa 213.000 tonnellate di rifiuti pericolosi e non pericolosi, erano stati smaltiti in impianti autorizzati. Le rimanenti 62.700 tonnellate sono state confinate in sicurezza all’interno dell’area Sisas in attesa di un “conferimento” ad impianti autorizzati entro un mese.
A febbraio 2011 Greenpeace ha segnalato un intenso traffico di mezzi pesanti in uscita dall’area ex Sisas in direzione di semplici aree di stoccaggio lombarde: Vallesabbia Servizi, Agnosine (Brescia), Solter srl, Saronno (Varese), Gamma Recuperi srl, Cornaredo (Milano).
A metà marzo tali operazioni hanno coinvolto anche la discarica della frazione Pogliani del comune di Chivasso (TO), ma una protesta locale ha impedito ad alcuni mezzi di scaricare materiale proveniente dall’ex-Sisas di Pioltello.
I controlli dell’Europa
La Commissione Europea nella primavera del 2011 ha avallato le comunicazioni del governo italiano che dichiarava conclusa la bonifica della ex-Sisas. Ma lo scorso gennaio il rapporto della commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti ha ufficializzato che i processi non si sono svolti in maniera adeguata. Ora spetta all’organo europeo intervenire per scoprire dove sono finite tonnellate di scorie tossiche.