Un maxi-appalto da 265 milioni per i telefonini di Stato

di Stefano Sansonetti

Una pioggia di telefonini di Stato sta per abbattersi sulla pubblica amministrazione nostrana. In ballo fino a 900 mila utenze per consentire ai funzionari di avere il “loro” telefono cellulare. Il tutto per un appalto monstre con il quale si arriva a mettere sul piatto la bellezza di 265 milioni di euro. Il ministero del Tesoro, per il tramite della Consip, ha appena predisposto le carte di un superbando di gara che ha per oggetto la prestazione di servizi di telefonia mobile per la pubblica amministrazione. Dai documenti si apprende che potrà essere fornito, a seconda delle esigenze, un massimo di 900 mila utenze, corrispendenti ad altrettantante sim. Dopodiché, dal capitolato tecnico, si viene a sapere che “l’amministrazione potrà richiedere un numero di apparati radiomobili minore o uguale a quello delle sim richieste”. Ne consegue che gli uffici pubblici interessati, sulla carta, potrebbero arrivare a chiedere 900 mila telefonini. Che però non verranno acquistati, ma forniti in noleggio dalla società che riuscirà a mettere le mani sulla golosa commessa.
In prima fila, neanche a dirlo, c’è Telecom Italia. Proprio la società guidata da Franco Bernabè, del resto, si è aggiudicata l’ultima edizione della gara. Scontato, quindi, che con gli altri operatori il gruppo decida di presentarsi ai nastri di partenza con le armi affilate.
Al termine della procedura messa a punto dalla Consip, ovvero la centrale acquisti del Tesoro che cura l’approvvigionamento di beni e servizi per la pubblica amministrazione, verrà stipulata con il vincitore una convenzione, per una durata massima di 24 mesi prorogabili di ulteriori 12. La convenzione, in pratica, è la cornice all’interno della quale si inseriranno i singoli contratti di fornitura attivati dalle amministrazioni a seconda delle esigenze.
I telefonini richiesti, sulla base dei documenti di gara, devono essere dotati di caratteristiche minime come la fotocamera, il WiFi, il bluetooth e l’installazione del browser e del gestore delle e-mail. Naturalmente la Consip interviene per garantire risparmi nelle forniture rispetto a quelli che sarebbero i prezzo di mercato al di fuori delle convenzioni “lavorate” dalla società pubblica guidata dall’amministratore delegato Domenico Casalino. Ciò non toglie che quella che si va delineando è una procedura molto appetibile per le società di tlc. I numeri in gioco, infatti, sono tali da richiamare l’attenzione di tutti i principali operatori. Che certo non si risparmieranno per mettere le mani sulla torta.

@SSansonetti