Michele Emiliano si candida al congresso del Pd contro Matteo Renzi. Questa volta in maniera definitiva. Alla direzione nazionale del partito, il presidente della Regione Puglia ha confermato le indiscrezioni delle ultime ore. “Mi candido accogliendo l’invito di tantissimi militanti che mi hanno chiesto di far sopravvivere questo soggetto politico”, ha annunciato Emiliano. “Con Rossi e Speranza – ha aggiunto – ho condiviso tutto questi giorni. Sono persone per bene e sono stati offesi e presi a bastonate senza ragione, nel cocciuto rifiuto di ogni mediazione. Renzi ha mostrato con evidenza di essere il più soddisfatto . Ha scelto il conflitto per il conflitto, l’eliminazione dell’avversario dal campo, con i ‘picadores’ schierati”. Sul suo rispensamento ha rivendicato di aver mostrato anche “i suoi limiti”. Ma non ha voluto accettare lezioni di coerenza: ha ricordato come Renzi avesse promesso di lasciare la politica in caso di sconfitta il 4 dicembre.
Il governatore pugliese ha quindi messo l’ex premier sul banco degli imputati. Sono stati “anni rampanti e sterili in cui la cultura della potenza ha preso la mano al senso del limite” E ancora: “Mi candido nonostante il tentativo del segretario uscente di vincere il congresso a ogni costo e con ogni mezzo, approfittando di aver gestito tutto il potere economico, politico e mediatico. Ha fretta e non concede il tempo necessario a girare nemmeno la metà delle province. Perché i suoi errori, ove discussi, porterebbero a un suo indebolimento”. Quindi ha concluso: “In questa battaglia di difesa del Pd ci siamo fidati dei singoli militanti consapevoli che chi lotta puo’ perdere, chi non lotta ha già perso”.
Nella direzione del Pd, comunque, è stata annunciata anche la commissione per il Congresso, che è formata da Silvia Fregolent, Martina Nardi, Mauro Del Barba, Ernesto Carbone, Alberto Losacco, Caterina Bini, Tommaso Ginoble, Emilio Di Marzio, Teresa Piccione, Roberto Morassut, Roberto Montanari, Claudio Mancini, Micaela Campana, Michele Bordo, Andrea De Maria, Paolo Acunzo, Antonio Rubino e Lorenzo Guerini.