La legge parla chiaro. Ad avere diritto ai voli di Stato, senza autorizzazione, sono solo 5 cariche istituzionali: presidente della Repubblica, presidente del Consiglio, presidenti di Camera e Senato e presidente della Corte Costituzionale. Tutti gli altri, ministri in primis, non possono usarli, dovendo optare per i più economici voli di linea (treni compresi). A meno che, dice la legge, non dimostrino a Palazzo Chigi che in quel determinato giorno, e in quella determinata ora, non era possibile trovare un volo di linea. Sarà stato senz’altro questa la ragione per cui, con l’insediamento di Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi, pare proprio che la musica non sia cambiata: tanti e tanti membri dell’Esecutivo continuano a spostarsi ricorrendo ai voli di Stato. Certo, il Governo Renzi a riguardo è stato imbattibile. Basti questo: da novembre fino all’11 dicembre (ultimo giorno di Renzi a Palazzo Chigi), i voli, tra andata e ritorno, sono stati addirittura 94. Col cambio di guardia siamo “scesi” (considerando il periodo che va dal 12 dicembre al 31 gennaio) a 61. Insomma, si scende però si rimane su vette altissime, considerando che i voli, anche qui tra andata e ritorno, nel primo mese del 2017 son stati 33. Insomma, in media parliamo di uno ogni giorno. Ma il punto è soprattutto un altro. Nell’elenco dei voli di Stato effettuati dai membri del Governo a gennaio, sono molti quelli in teoria coperti da voli di linea. Il 2 gennaio, per esempio, il ministro degli Esteri Angelino Alfano è volato da Roma a Catania; due giorni dopo è tornato a Catania; il giorno dopo Roma-Trapani e due giorni dopo è volato con l’aereo blu da Palermo a Roma. Senza dimenticare un Roma-New York andata-ritorno il 9 e 10 gennaio. Il 28 gennaio, ancora, a muoversi è stata Roberta Pinotti, che dalla “sua” Genova è andata e tornata a Roma. Una tratta, anche questa, coperta abbondantemente dalle tratte (aeree e ferroviarie) di linea. Ma si tratta solo di alcuni esempi. Alla fine, nel mese di gennaio, la classifica per ministro dei voli di stato è la seguente: Alfano 15, Minniti 8, Padoan e Pinotti 3 a testa e via via tutti gli altri.
Punto di domanda – Sia chiaro, tutto legittimo. Ma la griglia fa comunque riflettere. Un caso su tutti è quello del ministro dell’Interno, Marco Minniti. Tra i suoi spostamenti, ne incuriosisce soprattutto uno: è il 29 gennaio quando Minniti viaggia con volo di Stato da Reggio Calabria a Rimini e da Rimini a Roma. Quel 29 gennaio ( domenica) Minniti ha preso parte, proprio lì, a Rimini, a un convegno con gli amministratori locali del Pd. Ovviamente il nostro giornale ha chiesto conto al Viminale: “Il ministro dell’Interno – ci dicono – è destinatario di un dispositivo di protezione di primo livello, la cui attivazione prescinde dal consenso dell’interessato”. Insomma, “il titolare del Viminale è altresì autorizzato, per i suoi spostamenti, ad usufruire, per motivi di sicurezza, dei voli di Stato”. Al di là se tali spostamenti siano istituzionali o, per così dire, ludici.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Egregio Direttore,
nell’articolo odierno “lo spreco vola con l’aereo blu. A gennaio una tratta al giorno” Carmine Gazzanni, tra l’altro, scrive che il Ministro della Difesa il 28 gennaio scorso avrebbe utilizzato un volo di stato da Genova a Roma e ritorno. E’ vero. Sabato 28 gennaio il Ministro si è recato a l’Aquila in quanto la sera prima durante il Consiglio dei Ministri era stato delegato a rappresentare il governo ai funerali delle vittime dell’elicottero del 118 precipitato in Abruzzo. Desta amarezza constatare che anche tali circostanze siano considerate tra gli sprechi.
Ufficio Stampa Ministero Difesa