Dopo la pioggia di richieste di dimissioni, seguite alla condanna a sette anni per la strage di Viareggio, in tempi più recenti è scattata la sequenza delle difese eccellenti. Alcune delle quali, forse, anche un bel po’ interessate. Come quella del presidente di Confindustria, che sul finire della scorsa settimana si è prodotto in un elogio di Mauro Moretti, forse pensando anche alla montagna di soldi che Leonardo-Finmeccanica versa ogni anno per l’iscrizione all’associazione di viale dell’Astronomia.
Per carità, l’amministratore delegato della società quotata resta sulla graticola dopo la sentenza di condanna che lo ha colpito in quanto ex Ad di Rfi (Rete ferroviaria italiana). E questo anche se non c’è alcun passaggio, nemmeno nello statuto del colosso dell’aerospazio, che gli imponga le dimissioni. Ma la questione resta politica e attiene alla capacità del Governo, ora che in primavera dovranno essere rinnovati i Cda delle più importanti società di Stato, di “sostenere” in tutti i sensi la figura di un Ad comunque condannato, seppure in primo grado. E così a distanza di qualche giorno, sono arrivate difese a dir poco “roboanti” del numero uno di Leonardo. A partire da quella di Vincenzo Boccia, presidente degli industriali. “Stiamo parlando di un grande manager”, ha esordito la scorsa settimana il presidente di Confindustria, e “spero che in appello possa dimostrare tutta la sua estraneità perché la competenza di Moretti è elevata”. Parole inequivocabili. “Non abbiamo ancora letto la sentenza”, ha poi aggiunto Boccia, sostenendo subito dopo che “ci sembra onestamente un po’ eccessivo dare la responsabilità ai soli vertici, prescindendo da altri. Il che non significa dire che è negativa ma forse è il caso di essere equilibrati in questo Paese”.
Certo Boccia non ha fatto riferimento ai lauti contributi che Leonardo versa ogni anno all’associazione degli industriali. Né ha citato i ruoli che tuttora Moretti riveste nella galassia confindustriale: come si evince dal suo curriculum, è membro del Consiglio generale di Confindustria, del Gruppo tecnico Europa di Confindustria (rispettivamente da ottobre 2006 e da maggio 2012) e membro del Consiglio generale dell’Unione industriali di Roma e Lazio (da maggio 2015). Ma tant’è. Tra l’altro Moretti ha incassato anche la difesa di un big del Pd antirenziano, ovvero Michele Emiliano, che ha parlato “del diritto delle persone di continuare a svolgere la propria funzione soprattutto se ritengono di essere innocenti”.