Lui si chiama Giulio Calvisi. Un nome che, probabilmente, ai più non dirà nulla. Ma nella scorsa legislatura Calvisi siedeva nei banchi del Parlamento con il Partito Democratico. D’altronde la carriera di Calvisi è di lungo corso. Prima segretario nazionale della Sinistra Giovanile, poi responsabile Immigrazione dei Ds. E ancora: come si legge sul suo curriculum, da segretario regionale in Sardegna dei Ds, “ha contribuito alla fondazione del Pd in Sardegna”. Un ottimo pedigree, insomma, per Calvisi che, candidatosi a Montecitorio nel 2013, è stato appunto eletto. Arriviamo, così, al 2013. Calvisi ci riprova ancora. Ma questa volta le urne non gli danno ragione. Trombato. Ma niente paura: a risollevarlo ci ha pensato Andrea Orlando, al tempo titolare al ministero dell’Ambiente. Qui, infatti, Calvisi ha ricevuto una bella consulenza da 60mila euro come collaboratore presso l’Ufficio di Gabinetto del ministero. Non solo. Una volta caduto Enrico Letta e arrivato Gian Luca Galletti all’Ambiente, Calvisi è stato riconfermato. Ma il legame con Orlando era troppo forte. E così ecco l’ultimo step: sfruttando i cambi di guardia ministeriali e il passaggio di campanella tra Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, Calvisi è tornato da Orlando alla Giustizia: 46mila euro con l’incarico di un non meglio precisato “consigliere economico e finanziario”.
Solo l’ultimo caso – Non c’è, però, da sorprendersi. In realtà Calvisi è uno dei tanti colleghi di partito che, sbattuti fuori dal Palazzo alle urne, sono riusciti a rientrare dalla finestra. È il caso, ad esempio, di Mauro Libè, che ha trovato posto come consulente proprio all’Ambiente, con il compagno di partito (Udc) Galletti. Per lui uno stipendio da 100mila euro tondi. Clamoroso pure il caso di Fausto Recchia. Anche lui ex dem nella passata legislatura, da sempre vicino all’attuale ministro della Difesa Roberta Pinotti, si ritrova ben presto ad essere nuovo “capo della segreteria del Sottosegretario” della stessa Pinotti, quando titolare, con il Governo Letta, era Mario Mauro. E nel frattempo ha fatto pure carriera dato che è stato nominato amministratore delegato di Difesa Servizi spa, per un importo di oltre 70mila euro annui. E ancora. Altro trombato eccellente è Ugo Malagnino, ex parlamentare dem e dalemiano di ferro, oggi a capo della segreteria del viceministro dell’Interno Filippo Bubbico. Stesso ruolo per Angelo Zucchi, anche lui ex onorevole,e oggi braccio destro di Maurizio Martina alle Politiche Agricole. Finita qui? Certo che no. Perché ci sono altri trombati rimpiazzati alla grande. Come Giulio Notturni, di cui La Notizia già si è occupata, che dopo essere stato consigliere di circoscrizione a Roma e dopo essersi ricandidato per il Campidoglio con Alfio Marchini, ha trovato immediato paracadute al ministero della Salute, con Beatrice Lorenzin, per la quale si occupa della “strategia di comunicazione tramite i social media e i social network”. Insomma, c’è sempre spazio per gli amici degli amici.
Tw: @CarmineGazzanni