Alla faccia della rivoluzione Cinque stelle. Quando si tratta di fare cassa, i pentastellati sono uguali agli altri. E con la mannaia del bilancio capitolino (licenziato proprio ieri) e la penuria di risorse in cui naviga la Capitale, la giunta Raggi, dopo aver aspramente criticato, sia nella passata consilitaura (quando era semplice consigliere di minoranza) e sia in campagna elettorale, ogni scelta dell’amministrazione targata Ignazio Marino, avrebbe deciso di rispolverare proprio una vecchia idea del sindaco marziano: premi ai vigili urbani che staccheranno più multe. Della serie: cosa non si fa per tirare a campare. D’altronde, la partita della manovra economica per Virgina Raggi è stata campale. Ma il bisogno di rastrellare risorse da ogni dove rimane. Ma soprattutto resta l’ammonimento sui conti da parte dell’Organo di revisione economico finanziaria del Comune (Oref) di dicembre scorso: i revisori avevano puntato l’indice proprio contro previsioni di entrate non strutturali come le multe. Un richiamo a stare in guardia sul disequilibrio tra entrate e uscite straordinarie ribadito anche nei giorni passati e che vale pure per il futuro.
Il bonus – In barba ai richiami, però, la giunta M5s va dritta per la sua strada. E così, uno degli aspetti centrali della riforma del salario accessorio, che entrerà nel vivo del confronto sindacale in questa settimana, verterebbe guardacaso sulla misurabilità delle prestazioni. Tradotto: un incentivo per i caschi bianchi a fare multe. Un piano contro il quale il Codacons promette battaglia. Nell’ottica del “mors tua, vita mea”, comunque, a pagare pegno per l’ennesima volta saranno i romani. La Raggi insomma contenderà il titolo di sceriffo a Vincenzo De Luca e nella contea di Roma sarà guerra al parcheggio selvaggio. È sacrosanto che le regole del codice della strada vadano rispettate, dal divieto di parcheggio sulle strisce pedonali alla sosta in doppia fila, ma l’accanimento che potrebbe derivare da parte dei vigili urbani, attratti dalla contropartita del bonus, è davvero insensata. Avrebbe il sapore di una tassa occulta. Come se la Capitale, tra l’altro, non fosse già al top della pressione fiscale, con le addizionali comunali (grazie al debito di 12 miliardi) e regionali (grazie a quello della sanità) più alte d’Italia.
La beffa – La mano pesante sulle multe, poi, sarebbe solo una grande beffa per i cittadini già schiaffeggiati da un servizio dei trasporti locali che definire inefficiente suona quasi come un complimento. La misura è davvero colma: da un’amministrazione giovane e “rivoluzionaria”, come minimo ci si sarebbe aspettati qualche idea nuova. E, invece, in attesa di rimettere mano ai lavori della metropolitana e mentre si vagheggia di funivie, per tacere dell’ormai nota gaffe in cui è incappato l’assessore ai Trasporti, Linda Meleo, offrendo la tessera Atac ai sopravvissuti della Shoah senza sapere che tutti i superstiti usufruiscono già dell’esenzione sulla rete, l’amministrazione Raggi sceglie la strada più facile: vessare i romani. Che, indisciplinati a parte, ogni giorno già vivono il loro calvario sia sui mezzi pubblici e sia con quelli privati.