L’aveva detto e lo sta facendo. Il che non fa certamente ben sperare per il futuro. Il presidente americano Donald Trump, infatti, ha sospeso per decreto il programma di ammissione dei rifugiati, uno dei più ambiziosi al mondo per accoglienza delle vittime di conflitti. Creato per legge dal Congresso nel 1980, il programma federale di reinsediamento dei rifugiati ha permesso di accogliere negli Stati Uniti circa 2,5 milioni di persone, secondo l’istituto di ricerca Pew.
Ora basta, invece. Una settimana dopo il suo ingresso alla Casa Bianca, il presidente Trump ha firmato un decreto intitolato “Proteggere la nazione contro l’ingresso di terroristi stranieri negli Stati Uniti” che prevede di bloccare per quattro mesi il programma e di congelare per tre mesi l’ingresso negli Stati Uniti dei cittadini di sette paesi musulmani, ossia Iraq, Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen.
Per quanto riguarda i profughi siriani, fuggiti a milioni dal conflitto in corso dal 2011 e di cui 18.000 sono stati accolti negli Stati Uniti, il decreto prevede che non possano più entrare, almeno fino a quando il presidente non avrà deciso che non rappresentano più una minaccia.