A sentire tecnici ed esperti, non c’è affatto – purtroppo – da star tranquilli dopo il terremoto di ieri. Il punto è, infatti, che la forza sprigionata dalle ultime scosse preoccupa. “Malgrado sia ancora presto per sapere con esattezza quale sia stata la faglia (o le faglie) che ha generato i terremoti” di ieri “è probabile che ancora una volta si sia trattato di un fenomeno di contagio sismico tra faglie adiacenti, anche detto effetto domino o a cascata, un fenomeno al quale assistiamo già da alcuni mesi in Centro Italia con gli eventi di agosto-ottobre 2016 ad Amatrice, Visso, Norcia e Castelsantangelo sul Nera”. A parlare è Andrea Billi dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Cnr (Igag-Cnr), che precisa che i terremoti “saranno sicuramente seguiti nelle prossime ore da uno sciame di repliche sismiche la cui intensità è difficilmente prevedibile“.
Oggi alle ore 10 e 25 circa si è verificata una scossa di terremoto in Centro Italia al confine tra Lazio ed Abruzzo, “tale scossa è stata seguita alle 11 e 14 circa da un altro evento sismico ancora più energetico – spiega Billi alla Dire -. Il primo terremoto è stato caratterizzato da una magnitudo 5.3 circa (prime stime) ed una profondità di 10 km circa (prime stime). Il secondo da una magnitudo 5.7 circa (prime stime) ed una profondità ancora di 10 km circa (prime stime)”. Dai primi rilievi strumentali, sembra che gli epicentri ricadano nell’area dei comuni di Montereale e Capitignano (L’Aquila), nei pressi del lago artificiale di Campotosto, a circa 10 km a sud-ovest di Amatrice. “Quando una faglia genera un terremoto, la faglia stessa si libera dello stress al quale era sottoposta immediatamente prima del terremo e trasferisce parte di tale stress ai segmenti di faglia adiacenti – spiega lo scienziato – che in un lasso di tempo imprevedibile (ore, giorni, mesi, anni) possono a loro volta generare terremoti e di nuovo contagiare le faglie adiacenti. Tali terremoti saranno sicuramente seguiti nelle prossime ore da uno sciame di repliche sismiche la cui intensità è difficilmente prevedibile”.