In un momento in cui sembrano proliferare spioni e rischi di attacchi informatici, a cui di certo l’Italia non sfugge, la passione della cyber security non poteva non contagiare anche il Movimento 5 Stelle. Al punto da spingerlo a organizzare “la simulazione di un evento critico”, dove gli i partecipanti hanno vestito i panni di “soggetti attivi di una sorta di videogame”. Queste parole, in particolare, sono state usate da Angelo Tofalo, deputato pentastellato del Copasir, il Comitato di controllo sui servizi segreti, nel presentare una giornata di studi che si è svolta venerdì scorso, dall’eloquente titolo “Intelligence collettiva – un giorno nei servizi segreti”. Intelligence Collettiva, non a caso, è anche il nome di un think tank attorno al quale ruotano diverse personalità grilline. Insomma, piccoli Carrai crescono anche all’interno del Movimento.
Il dettaglio – L’evento, in sostanza, è consistito nel proporre alcuni scenari in cui gli intervenuti erano chiamati a incarnare il ruolo di un agente segreto, del direttore del Dis (il Dipartimento che coordina i servizi), di un analista o del presidente del consiglio. Una sorta di “Wargames”, in cui però i grillini sembrano credere molto. La dimostrazione è che allo stesso appuntamento, che si è tenuto a Roma nell’auletta dei gruppi parlamentari, è intervenuto anche uno dei pezzi grossi a 5 Stelle, quel Luigi Di Maio che è anche vicepresidente della Camera. E nell’intervento di quest’ultimo non poteva mancare un riferimento all’attualità italiana, in particolare all’inchiesta di Roma sui presunti super spioni nostrani, i fratelli Occhionero. Ammesso e non concesso che si tratti di una vera centrale dello spionaggio cibernetico, ha premesso in modo un po’ scettico Di Maio, è chiaro che “come istituzioni siamo troppo vicini all’anno zero”. Tanto più se si considera che “finora nessun Governo è stato in grado di creare un organismo di coordinamento delle attività di sicurezza cibernetica”. Parole che sarebbero state musica per le orecchie di Marco Carrai, il fedelissimo dell’ex premier, Matteo Renzi, che per molto tempo ha provato a piazzarsi al vertice di un’Agenzia ad hoc per la cyber security.
Gli sviluppi – E in effetti anche Di Maio e Tofalo, tra una simulazione e l’altra, hanno caldeggiato una struttura di questo tipo, a patto che però non sia affidata alle cure dell’amico del presidente del consiglio di turno. Di sicuro le simulazioni presentate hanno offerto vari spunti. Nella prima, per esempio, si ipotizzava un agente segreto chiamato a muoversi in un contesto critico come lo Stato immaginario dell’Oylstan, guidato dall’altrettanto immaginario dittatore Hamstolla. Videogames a parte, restano le convinzioni che i 5 Stelle, alla fine dell’evento, hanno presentato alla platea. Su tutte quella espressa da Tofalo, secondo la quale i 150 milioni stanziati dall’allora governo Renzi sono briciole rispetto agli “almeno 2-2,5 miliardi di euro necessari”. E così l’intelligence ha finito col sedurre anche i 5 Stelle.
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