Spuntano pure i mondi della sanità privata e delle assicurazioni. C’erano anche questi settori, a quanto pare, tra i bersagli preferiti dai fratelli Occhionero, i presunti superspioni cibernetici finiti nel mirino della Polizia postale e della Procura di Roma per aver tentato di schedare mezzo sistema di potere italiano. La lettura dell’ordinanza di arresto, firmata dal Gip Maria Paola Tomaselli, consente di mettere a fuoco almeno tre soggetti di calibro piuttosto consistente. Lo schema è sempre lo stesso: il sistema messo a punto da Giulio Occhionero e Francesca Maria Occhionero, in pratica, avrebbe infettato queste strutture per carpire informazioni rilevanti sui loro associati o clienti. Un po’ come avvenuto per l’hackeraggio di numerosi computer di alcuni studi legali. Nel filone d’interesse sanitario, a stare a quanto riportato dall’ordinanza, è finito innanzitutto il Gruppo Ini Spa, Istituto Neurotraumatologico italiano.
Il dettaglio – Si tratta di un’operatore sanitario privato convenzionato con il pubblico. Ma soprattutto parliamo di un gruppo che offre convenzioni a clienti particolarmente sensibili. Tra questi, come si apprende dal sito internet, ci sono la Presidenza della Repubblica, il ministero dell’istruzione, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni (incardinato all’interno della Banca d’Italia), Poste italiane. E ci sono anche colossi assicurativi privati come Generali e Allianz. In più, come è pomposamente riportato all’interno dello stesso sito internet, Ini nel corso degli anni ha fornito assistenza medica a “illustri” personalità nel mondo “politico, militare, ecclesiastico e sportivo”. Tra le strutture bersaglio è poi venuta fuori Mba, la più grande mutua sanitaria italiana con 3 mila aziende aderenti, 2 mila soci promotori e una presenza in Italia che supera il 90% dell’intero territorio nazionale. Strettamente collegata alla Mba è poi un’altra struttura hackerata dagli spioni, anch’essa sensibile.
Gli altri – Parliamo della Coopsalute, una società cooperativa che spesso e volentieri incrocia il suo destino operativo con quello della mutua. Che poi, a ben vedere, il confine tra questo settore e quello delle assicurazioni è piuttosto labile. Capita così che, sempre seguendo il tracciato dell’ordinanza, tra i bersagli degli hacker sia finita pure la Reale Mutua Assicurazioni. Qui parliamo di un gruppo il cui perimetro si allarga all’immobiliare e al bancario. In più dalla holding di controllo dipendono anche società di assicurazione che hanno sede in Spagna. Il tutto per un utile consolidato che, almeno secondo le previsioni, nel 2016 dovrebbe attestarsi intorno ai 90 milioni di euro. Per ironia della sorte, si può registrare che lo scorso 7 dicembre Reale Mutua Assicurazioni aveva annunciato un nuovissimo servizio di Cyber Risk offerto alle pmi per proteggersi da attacchi informatici. Il tutto proprio mentre era la stessa società a essere sotto attacco.
Twitter: @SSansonetti