Il decreto del Governo sul Monte dei Paschi di Siena “è stato disegnato in modo ampiamente sufficiente a far fronte a tutte le esigenze di intervento che dovessero emergere dalle situazioni attualmente sotto osservazione da parte delle istituzioni”. Parola del ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) che invece di mandare un grande Vaffa a Francoforte (Bce) e Berlino (da dove si telecomanda la Bce) per l’aumento da 5 a 8,8 miliardi di euro per ricapitalizzare il Monte dei Paschi si è limitato a difendere l’azione del nostro Governo e la capienza del fondo salvabanche appena stanziato dal Parlamento con 20 miliardi di soldi nostri, cioè nuovo debito pubblico.
La mossa dell’Eurotower dimostra invece che non convince la sostanziale nazionalizzazione della banca senese decisa venerdì scorso, quando è fallito il tentativo di reperire le risorse necessarie attraverso gli investitori istituzionali. Così come evidentemente i voraci mercati finanziari non si accontentano dei 20 miliardi messi sul piatto dal ministro Pier Carlo Padoan allo scopo di lanciare un messaggio rassicurante.
L’istituto di Francoforte, guidato da Mario Draghi, a ridosso di Natale ha alzato il tiro: con una lettera ha fatto sapere che per l’aumento di capitale infatti non sono più sufficienti 5,5 miliardi inizialmente previsti. Ma i servono altri 3,3 miliardi. La decisione è maturata applicando i “parametri greci”, ossia gli stessi usati sulle banche elleniche che non avevano superato gli stress test. D’altra parte in quel caso rientrava un altro fattore: la trattativa con la Troika.
Il Monte dei Paschi sta intanto proseguendo l’operazione-rasserenamento. In un comunicato ha fatto saper di aver “tempestivamente avviato le interlocuzioni con le autorità competenti al fine di comprendere le metodologie sottese ai calcoli effettuati dalla Bce e di dare corso alle misure di ricapitalizzazione precauzionale”. Infine il titolo di Mps a Piazza Affari resto sospeso fino a data da destinarsi. La Consob deve attendere ulteriori chiarimenti dopo la nuova posizione assunta dalla Bce.