Il tweet, anzi i tweet, quotidiano di Donald Trump è ormai un appuntamento imperdibile. Il presidente eletto, in attesa di insediarsi alla Casa Bianca, ha lanciato una serie di affondi. A cominciare dall’attuale capo di Stato americano, Barack Obama. “Il presidente Obama ha detto che avrebbe vinto contro di me, deve dirlo ma io dico, no, assolutamente no”. E ancora: “Il mondo era cupo prima che io vincessi – scrive ancora- non c’era speranza, ora il mercato è salito del 10% e le spese per Natale hanno superato i mille miliardi”, ha insistito Trump, indicando la lista degli errori di Obama: i posti di lavoro che diminuiscono, lo Stato Islamico, l’Obamacare.
Ma dal prossimo numero uno di Washington viene aperto un nuovo fronte di sfida: la riforma dell’Onu. “Le Nazioni Unite hanno un potenziale così grande, ma al momento sono solo un club dove le persone si riuniscono, chiacchierano e si divertono. È così triste”, ha twittato Trump a pochi giorno dal voto della risoluzione contraria agli insediamenti israeliani nei territori palestinesi. Un messaggio che rafforza un concetto già espresso: “Per quanto riguarda l’Onu, le cose saranno differenti dopo il 20 gennaio (data dell’insediamento del tycoon alla Casa Bianca, ndr)”.