Nessun allarme. Taranto è inquinata quanto Roma e quindi l’Ilva non rappresenta un particolare problema. È la tesi sostenuto dal ministero della Salute dopo uno studio condotto nella città pugliese che ospita l’impianto siderurgico. La ricerca è firmata dal ministero e dall’Istituto superiore di sanità in collaborazione con Arpa Puglia, Ares Puglia e Asl Taranto. “Per la città di Taranto” c’è “un carico” di “inquinanti genotossici aerodispersi analizzati non superiore a quello di Roma”. Questo “almeno relativamente alle aree coperte dalle stazioni di campionamento”.
Ma dopo l’annotazione, ci sono una serie di paletti da considerare. “I risultati ottenuti nel corso di questa indagine e le relative implicazioni sui livelli di contaminazione atmosferica nei siti studiati sono specificamente riferibili ai periodi in cui sono stati effettuati i campionamenti, e possono non essere rappresentativi per periodi precedenti, in cui varie attività antropiche possono avere avuto un impatto diverso”, si legge nell’indagine. “Considerando i limiti intrinseci dello studio in vitro, la bassa numerosità campionaria analizzata ed il limite temporale dei rilevamenti ambientali, i risultati dello studio non possono ritenersi conclusivi e sono solo rappresentativi dei periodi in cui sono stati effettuati i campionamenti”, puntualizza.
“In ogni caso i risultati dei test in vitro di immunotossicità, potenziale pro-infiammatorio e enotossicità confermano la presenza di sostanze genotossiche, immunotossiche e con potenziale pro-infiammatorio nel particolato aerodisperso delle aree urbane, ma non evidenziano specificità per la città di Taranto rispetto ad un altro sito urbano di riferimento”, ha concluso lo studio.