Matteo Salvini va ripetendo in queste ore che dal 5 dicembre in poi sarà tutto un altro film. Chissà se in cuor suo non stia già pensando alla resa dei conti che lo attende nel suo partito. Per quanto il segretario della Lega Nord, sulla scia della vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti, già si veda in corsa per la leadership del centrodestra nazionale, il post referendum costituzionale sarà uno spartiacque importante per via Bellerio. Pure nell’eventualità in cui dovesse vincere il No, infatti, a Salvini servirà molto più fieno in cascina per rimanere saldo in sella come segretario.
Congresso in vista – Proprio a gennaio 2017 dovrebbe tenersi il congresso federale del Carroccio. E le manovre per scalzarlo sono già iniziate, come ha confermato a La Notizia più di un leghista: “C’è un nome che circola con sempre maggiore insistenza per sfidare Salvini – ha detto uno di loro – ed è quello del deputato milanese Paolo Grimoldi, attuale segretario della Lega lombarda”. Non solo, ma a riprova delle fibrillazioni che agitano le camice verdi c’è da segnalare anche un certo attivismo da parte dello stesso fondatore della Lega: “Umberto Bossi, la settimana scorsa ha iniziato una serie di consultazioni in via Bellerio per iniziare la conta in vista del Congresso – ci ha raccontato una fonte – Un’operazione che sta avvenendo, tra l’altro, d’accordo con Berlusconi”. Pure sul piano interno, però, Salvini non se la passa bene. Gran parte dei malumori derivano dalla sua gestione poco collegiale del partito. Nel mirino sia della base che della dirigenza storica, poi, come ha già raccontato il nostro giornale il 15 novembre scorso, c’è tutto il nuovo corso che il leader vuole imprimere alla Lega (un partito nazionale, eliminando la parola Nord dal logo e l’articolo 1 dello Statuto sull’indipendenza della Padania). Da qui alla ricerca di un anti- Salvini il passo è stato breve. Se sarà davvero Grimoldi lo sfidante di Salvini al congresso è presto per dirlo, “ma diversi elementi portano a crederlo. Si tratta di un leghista duro e puro sul quale potrebbero convergere numerosi delegati federali, soprattutto nelle aree della Lega a maggiore vocazione nordista”, ha detto un insider. A cominciare dalla Lombardia che conta il numero più alto di delegati sul totale di quelli che decideranno le sorti del congresso.
La conta – “Non bisogna trascurare poi il peso dei Giovani padani, fedelissimi all’autonomismo, che potrebbero sentirsi traditi da Salvini, dopo averlo aiutato nella sua scalata”, ci ha raccontato un altro leghista. Ed ecco che torna in gioco Grimoldi: anche l’attuale segretario della Lega lombarda, infatti, è legato ai giovani padani. Ne è stato il fondatore, oltre che coordinatore federale dal 2002 al 2011. Senza contare, infine, che il parlamentare milanese “avrebbe dalla sua pure Roberto Maroni che da tempo bacchetta Salvini e che ha inserito, segnale non trascurabile, il logo ‘Prima il Nord’ sul suo profilo Facebook”. Persino uno storico dirigente come Roberto Calderoli potrebbe essere della partita: “A Salvini gliel’ha giurata nel momento in cui sua moglie Gianna Gancia, candidata alla segreteria nazionale della Lega Piemonte, è stata battuta dal salviniano Riccardo Molinari”.