di Giuseppe Cantore
Dopo er Batman Fiorito e roulette Maruccio, dopo i golosi del Pirellone e del Piemonte, ecco i lussuriosi della Regione Basilicata. Amanti condotte in vacanza con i soldi dei contribuenti lucani, con viaggi spacciati per missioni istituzionali, e scontrini raccolti per terra , in modo da aumentare i rimborsi: c’è anche questo nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Potenza che ha portato all’arresto di due assessori di centrosinistra (Idv e Pd) e del capogruppo del Pdl, Nicola Pagliuca, che si è dimesso dalla carica di capogruppo.
Durante le interrogazioni molti dei consiglieri regionali sono arrossiti dalla vergogna. Qualcuno hanno portato la moglie in vacanza in alberghi nazionali e qualcun altro, più spegiudicato, si è portato l’amante. Il giudice, infatti ha usato, la formula ‘’in compagnia di persona non autorizzata’’:
Su gli scontrini raccolti per terra per gli inquirenti è stato facile capire l’inganno: in un paio di circostanze sono risultati palesemente incongruenti con altri rimborsi, o con un orario di emissione che precede di pochissimo un altro. Sarebbero stati presi per aumentare il rimborso, magari in fila in un autogrill.
Ma i sistemi per intascare maggiori rimborsi era piuttosto vario. Come la cresta sui compensi dei collaboratori, con soldi dichiarati, ma mai andati, ai portaborse, spesso ignari di quanto stava accadendo.
Un raggiro utilizzato da Rosa Mastrosimone (Idv) per due collaboratori e da Franco Mollica (Udc), che in un caso è riuscito a incassare 13 mila euro che ovviamente il collaboratore non ha mai visto.
Mario Venezia (Pdl), per una collaboratrice, anch’essa ignara di tutto, ha chiesto il rimborso per tre mesi, a 500 euro l’uno, ottenendone sola una mensilità, di 400 euro.
Antonio Flovilla (ex Udc), invece, tra ottobre 2009 e gennaio 2010 avrebbe assunto una ragazza per una collaborazione saltuaria e occasionale. La donna, però, che lavorava già come addetta alle pulizie nel laboratorio di Analisi dello stesso Flovilla, ha dichiarato di non aver mai ricevuto alcun compenso, ammettendo però di “aver firmato, su richiesta, il documento di rimborso’’.
Uno scandalo quello dei rimborsi ai consiglieri regionali che rischia di coinvolgere tutte le regioni del Paese.
Un mal costume diffuso a tutti i livelli di rappresentanza che dimostra come la moralizzazione della politica sia ancora una chimera.