Dovevano essere rimossi da Facebook i link e le informazioni relativi a Tiziana Cantone – la 31enne di Mugnano (Napoli) suicidatasi il 13 settembre scorso dopo la diffusione sul web, a sua insaputa, di video hard che la ritraevano – una volta che ne era emersa l’illiceità dei contenuti. Ciò a prescindere da un preciso ordine dell’autorità amministrativa o giudiziaria. Lo ha stabilito il Tribunale civile di Napoli Nord che con ordinanza ha parzialmente rigettato il reclamo di Facebook Ireland, dando invece ragione alla madre di Tiziana, Teresa Giglio.
La notizia arriva dopo l’archiviazione, arrivata nei giorni scorsi, per i destinatari dei video hard di Tiziana Cantone. Inizialmente l’ipotesi di reato di diffamazione per aver diffuso le immagini. Ma nel corso delle indagini l’accusa è caduta, anche perché la stessa vittima – quando era in vita – aveva spiegato che non erano loro i responsabili.