Una ricostruzione post terremoto in quattro fasi, dall’emergenza iniziale alla conclusione completa. Ma anche una chiara sfida all’Europa, che non deve porre freni alle spese necessarie. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al termine del Consiglio dei ministri, ha chiarito i punti chiave delineati a Palazzo Chigi, alla presenza del capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, e del commissario Vasco Errani, oltre che dei presidenti delle Regioni colpite dai continui eventi sismici. Il decreto sarà preparato nelle prossime 72 ore perché “non sappiamo ancora quanti siano i danni” e non “conosciamo nemmeno il numero esatto degli sfollati”, ha spiegato il premier.
Riguardo alle tappe per la ricostruzione c’è un punto fermo: preparare i container entro Natale. Per Renzi, infatti, c’è la prima fase “quella dell’immediata emergenza, nella quale chiederemo a chi può di lasciare il territorio, sapendo che sarà un periodo molto limitato. Dobbiamo far capire che lo Stato è vicino alle loro esigenze”. Un’affermazione che tende la mano alle persone colpite, dopo le polemiche sulle tende.
A seguire è in calendario “una fase intermedia, quella del container” poi “tra la primavera e l’estate la fase delle casette di legno che sono più confortevoli. Infine la fase di ricostruzione vera e propria”. Sugli investimenti è arrivata una promessa netta: “Le risorse necessarie sono già stanziate in legge di Bilancio perché c’è un ampio margine. Se ci sarà bisogno di ulteriori risorse le metteremo”.
Sul rapporto con l’Unione europea, il presidente del Consiglio è stato categorico: “Non c’è nessuna trattativa. C’è la procedura corretta che tutti gli anni è la stessa, che porta ad una ricostruzione da telenovela. I cittadini debbono sapere che lo Stato sta dalla loro parte. Le discussioni sull’Europa in questa fase sono del tutto fuori luogo”. Il motivo di questa posizione netta? “Immigrazione e terremoto sono eventi eccezionali. Io considero eccezionale anche ciò che serve per mettere a posto l’edilizia scolastica anche nei territori non colpiti”. Insomma, in sintesi, Renzi ha scandito. “Quei luoghi hanno un’anima e quell’anima non la possono perdere. Nel luogo del patrono d’Europa dobbiamo dare un messaggio di ricostruzione, non possiamo fermarla per un vincolo di bilancio”.