Non bastava la senatrice del Movimento 5 Stelle Enza Blundo con il suo post in cui parrebbe credere nella bufala secondo la quale il risarcimento dello Stato ai terremotati dipenderebbe dal grado di magnitudo dell’evento sismico. Dopo il terremoto distruttivo di ieri, a voler per forza “degnarci” della loro impeccabile parola, sono stati pure Antonio Socci e Massimiliano Parente che proprio non ce l’hanno fatta a tener per loro quel che pensavano del tragico terremoto di ieri.
Per primo è intervenuto Socci, penna di punta di Libero e, soprattutto, presidente della Scuola di Giornalismo della Rai. Paradosso dei paradossi: la scuola della Rai è a Perugia, a pochi chilometri dai centri più colpiti. Ecco, si poteva pensare che Socci avrebbe avuto il buon senso di tacere, un buon modo di solidarizzare con le popolazioni colpite dal terremoto. E invece niente. Illuminato sulla via di Damasco, ha preferito scrivere su Facebook:
Insomma, il terremoto, secondo il nostro “devasta la terra di San Benedetto” e la colpa sarebbe anche del Papa dato che “invece di andare a rendere omaggio a Lutero che ha distrutto la cristianità”, “dovrebbe consacrare l’Italia mettendola sotto il patrocinio della Madonna”.
Ma Socci, come detto, non è stato l’unico a intervenire. E così, poco dopo, a proferire su Facebook è stato Massimiliano Parente, scrittore e autore per Mondadori oltre che collaboratore de Il Giornale, secondo cui “il crollo delle chiese però è divertente”.
Chissà come la pensano a Norcia di queste affermazioni. Sarebbe bello chiedere. Così come sarebbe bello chiedere a Parente come ci si sente a scrivere tali affermazioni davanti a una tastiera, tra le proprie sicure mura. Ma difficile, crediamo, che il buon Parente si degni di una risposta. È il bello dell’internet, d’altronde: poter vomitare qualsiasi cosa al di là del reale, chiusi nel virtuale “altro-dal-reale”.
Parente insensibile a chi tenta di spiegargli che “Il cinismo non sempre diverte” ha ricevuto circa 300 condivisioni. Qualcuno tenta di difenderlo, spiegando che si tratta di una provocazione. Ma c‘è anche chi propone di boicottare il suo libro e di scrivere a Feltri per informarlo di quanto accaduto.