Il terremoto torna a scuotere violentemente il Centro Italia e i complottisti proprio non ce la fanno a rimanere in silenzio. E così ecco circolare in queste ore la bufala, perché di bufala si tratta, della magnitudo “abbassata” ad arte per evitare che lo Stato paghi i danni della ricostruzione. In realtà, tale bufala già era circolata dopo il sisma di Amatrice ma in questi giorni si sta riproponendo.
A smentire l’ennesima castroneria, ci ha pensato lo stesso Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv): si tratta – hanno fatto sapere – di una storia evidentemente falsa, in un clima di polemiche generali che seguono puntuali eventi tragici come un terremoto. Spiega l’Ingv “come qualsiasi parametro fisico, la stima della magnitudo è affetta da incertezza. In particolare il valore di magnitudo calcolato dall’INGV è 6.0 ± 0.3. I dati utilizzati e i parametri del modello crostale di riferimento possono differire contribuendo all’incertezza della stima. L’INGV utilizza un modello delle velocità crostali calibrato proprio per l’Italia centrale e una densità di stazioni sismiche maggiore di quello delle altre agenzie internazionali che utilizzano modelli di velocità globali”.
E ancora, specifica l’Istituto, “il valore della magnitudo NON è utilizzata per il risarcimento dei danni prodotti dai terremoti; per questo scopo in passato sono stati utilizzati i valori di intensità calcolata sulla base della scala Mercalli (in realtà la scala Mercalli-Cancani-Sieberg)”, ovvero una scala che misura l’intensità di un terremoto mediante gli effetti distruttivi che esso produce sulla superficie terrestre su persone, cose e manufatti. Non viene usata quindi una scala che misura la magnitudo come la Richter, dal momento che è necessario tener conto dei danni specifici che un terremoto provoca in una determinata area.
Insomma, i risarcimenti dei danni si calcolano sulla base dell’intensità dei terremoti e non della loro magnitudo: la prima viene calcolata sulla base della scala Mercalli (quella che misura appunto l’intensità sulla base dei danni), la seconda sulla base della scala Richter. Sono due dati diversi e che non sono in relazione l’uno con l’altro. L’esempio classico che fanno i sismologi per distinguere è semplice: un terremoto di magnitudo 7 in mezzo al deserto (e quindi senza manufatti attorno) sta al grado 0 della scala Mercalli, che misura i danni.
Ma la bufala poggia anche su un altro dato errato. La legge di cui si fa menzione per sostenere la tesi che lo stato non pagherebbe i danni per i terremoti inferiori alla magnitudo 6.2, il decreto-legge n. 59 del 15 maggio 2012 convertito dalla legge n. 100 del 12 luglio 2012, è quella recante “disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile”. Ebbene, questa legge è stata soppressa dalla legge n.100 del 12 luglio 2012 poco dopo il terremoto in Emilia Romagna, per consentire la copertura dei danni al 100 per cento.
A cascare in fallo, questa mattina, anche la senatrice M5S Enza Blundo, con un post che ha subito provveduto a cancellare, vista la castroneria di quanto scritto.
Ecco, in alcuni casi converrebbe star zitti. O pensare prima di parlare.