Notte di pioggia e di paura in Umbria e Marche, piombate nuovamente nell’incubo del terremoto con due scosse forti, una terza di poco più debole e decine di sommovimenti di assestamento più lievi che non hanno dato tregua. Ma ora, come accade in queste situazioni, il problema comincia oggi, con le migliaia di sfollati, come ha fatto sapere la stessa Protezione civile.
Già da ieri notte, infatti, le persone senza più una casa hanno trovato riparo nelle strutture di accoglienza, in tenda, nei prefabbricati del sisma del ’97, in alloggi di fortuna o a bordo delle automobili. Ieri, dopo la prima scossa di magnitudo 5.4 delle 19.10, in pochi sono rimasti a casa, quasi tutti si sono spinti in strada, e questo forse ha salvato alcune vittime dalla seconda forte scossa del 5.9, alle 21.18. Stessa situazione alle 23.42, quando c’è stata una terza scossa, del 4.6. Nel mezzo almeno 60 volte la terra ha tremato e così ha continuato anche durante la notte.
Le maggiori difficoltà, comunicano ancora dalla Protezione Civile (ma i sopralluoghi sono ancora in corso e solo oggi ci si renderà conto più concretamente dei danni del terremoto) sono a Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera, Muccia, Pieve Torina, San Ginesio, Camerino, Caldarola, in pratica tutti i comuni dell’area epicentrale, dove, rileva la Protezione Civile, si sono avuti nuovi crolli, di edifici che erano agibili prima delle potenti scosse di ieri. Crolli vengono segnalati ovunque: a Caldarola è venuto giù il portale di una chiesa, ma anche ad Amandola, nel Fermano, è crollato il timpano della chiesa del Convento delle suore benedettine. Desta poi preoccupazione la frana che isola la frezione di Peracchia, ad Acquasanta Terme. I vigili del fuoco stanno cercando di raggiungere le persone rimaste isolate, fra cui il vice sindaco di Acquasanta Gigi Capriotti. Quanto alla Salaria, sarà riaperta domani.
VISSO – “Il centro di Visso – ha detto il capo della Protezione civile – non può accogliere più nessuno”. D’altronde a dirlo nell’immediato è stato anche il sindaco del piccolo paese marchigiano. “Il paese è distrutto”, aveva detto. La sola Visso conta tra i 600 e gli 800 sfollati per le scosse di ieri, secondo un primo bilancio fatto dal sindaco, Giuliano Passaglini. “Due terzi del patrimonio immobiliare è inagibile” aggiunge. La notte è passata in auto o nei prefabbricati costruiti per il sisma del 1997. Anziani, donne e bambini sono stati ospitati per la notte nel centro della Croce Rossa, che riutilizza i prefabbricati costruiti come scuole dopo il terremoto del 1997. Oltre alle brande per dormire, è stata allestita una cucina da campo che ha dato bevande calde e cibo per tutta la notte.
CASTELSANTANGELO – Ha usato toni apocalittici anche il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci: “Aspettiamo che dio si calmi”, ha detto ieri all’Ansa. “Ho visto crolli, il centro storico è immerso in una nuvola di polvere e ci sono danni anche nelle frazioni”. La notte, prosegue il primo cittadino, “è passata nel silenzio più assordante”, molti degli sfollati in macchina, “è un continuo sciame sismico, sembra un temporale, è il classico ululato del terremoto che qui in montagna terrorizza”. Castelsantangelo “non è raggiungibile. Ci sono massi enormi ai lati della carreggiata, si viaggia con cautela. Purtroppo la montagna si è mossa, si è mossa tanto”.
CAMERINO – Non è da meno il sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui: “È una situazione drammatica, fortunatamente non abbiamo vittime ma il centro storico è stato dichiarato zona rossa, gli sfollati sono molte centinaia”. Nella notte è stato evacuato anche il carcere e una quarantina di detenuti sono stati trasferiti nel penitenziario romani di Rebibbia. Il sindaco fa un primo bilancio dei danni, che sono ingenti: “Il centro storico è distrutto, non è raso al suolo ma ci sono stati alcuni crolli. Tutti gli edifici hanno lesioni importantissime. Siamo in grande difficoltà – conclude Pasqui – stiamo cercando di organizzare le prossime ore”. Molti edifici sono rimasti lesionati gravemente, se non crollati, come il campanile del Santuario di Santa Maria in Via, risparmiato dal terremoto dello scorso 24 agosto, che pure qui si era sentito forte. Qui la preoccupazione è anche per i tanti universitari che vivono qui.
PRECI – “Danni aggravati”, ma nessuna vittima. Il sindaco di Preci Pietro Bellini parla di “notte da incubo” e ringrazia la Protezione Civile per i soccorsi.
USSITA – Il sindaco Marco Rinaldi parla senza fronzoli: “È stato un terremoto fortissimo, apocalittico, la gente urlava per strada”. “Il nostro paese è finito. Sono crollati tratti delle mura di cinta, abbiamo crolli diffusi in tutto il territorio e alcune frazioni isolate, che non riusciamo a raggiungere”. A Ussita non ci sono vittime ma “penso che almeno l’80% degli edifici sia stato colpito, aspettiamo la luce per capire cosa è successo davvero” ha aggiunto al Giornale Radio Rai. Particolarmente difficile è avere notizia dalle frazioni, alcune delle quali lontane dal comune vero e proprio. Soltanto oggi si avrà contezza degli ingenti danni.