La posizione di Pier Luigi Bersani non si sposta di una virgola: cambiare l’Italicum per arrivare al sì al referendum. “O si rottama l’Italicum o si ferma la riforma costituzionale. Se non si cambia l’Italicum bisogna fermare la riforma costituzionale, questo è un problema di democrazia, l’ho sempre pensata così”, ha affermato l’ex segretario del Pd, in un incontro elettorale a Napoli. Sul tema la posizione è stata ribadita, replicando a chi lo critica per l’incoerenza di aver votato la riforma alla Camera, ma di essere pronto a bocciarla al referendum: “Io non mai cambiato idea, non so dove trovino questa novità. Dal primo giorno ho pensato che l’Italicum era un disastro, che andava rottamato. L’ho detto dal primo giorno e lo dico fino all’ultimo giorno, c’era tutto il tempo per cambiarlo, non lo si è cambiato”.
Da Bersani è arrivata anche una bacchettata sulla personalizzazione della campagna: “Averla impostata così, comunque finisca è un guaio perchè viene diviso il paese, si divide il centrosinistra, il partito, si divide il Paese. Perché?”. Per rafforza il discorso ha proposto un parallelo storico: “Dico sempre che non è che tutti i democristiani votarono Repubblica, il giorno dopo erano democristiani lo stesso. Diceva Calamandrei, quando si parla di Costituzione i banchi del Governo devono essere vuoti. Invece ora dobbiamo dire al mondo che non succede niente, il giorno dopo – chiunque vinca – siamo messi come il giorno prima”.
Il presidente dell’assemblea nazionale del Pd, Matteo Orfini, ha accolto con ottimismo le parole di Bersani: “Per ora non c’è un suo no alla riforma. Ha detto che attende il lavoro sulla legge elettorale e di non fidarsi molto del lavoro della commissione, ma cercheremo di smentirlo”.