Il giochino è sempre, sistematicamente, lo stesso: ad occuparsi del programma militare, ovviamente, è il ministro della Difesa Roberta Pinotti, ma a pagare buona parte del conto sarà, poi, lo Sviluppo Economico, di modo che come denunciato dal Movimento 5 Stelle in commissione parlamentare, le spese militari sembreranno più basse e si potrà dire che si sta “tagliando”. Sfogliando però i documenti, di cui LaNotizia è venuta in possesso, il dato incontrovertibile resta lo stesso: nei prossimi anni acquisteremo nuovi carri armati e nuovi elicotteri da esplorazione, spendendo quasi un miliardo di euro. Un esborso certamente non di poco conto, soprattutto se si considera che, come sottolinea il senatore Bruno Marton (M5S), la spesa “si sommerà a quelle, entrambe approvate nell’ultimo periodo, di 5,8 miliardi per nuove navi militari e ai 2,6 miliardi per i blindati Freccia”.
COSTI ARMATI – Ma partiamo dai carri armati. Stando ai documenti, il Governo vuole arrivare, da qui ai prossimi anni (il programma dovrebbe arrivare fino al 2023), ad acquistare 50 carri armati “Blindo Centauro2”, per una spesa di 530 milioni di euro, di cui 160 a carico del ministero dello Sviluppo Economico. Ma attenzione. Se si considera che la Difesa negli ultimi cinque anni ha già speso 41 milioni per lo sviluppo dei primi due prototipi di “Centauro 2”, ecco che il costo di ogni singolo tank arriva, come denunciato anche da Rete per il Disarmo, a 11 milioni di euro.
Ci sarà da aspettarsi prestazioni incredibili, se si tiene a mente che il costo è deciamente sproporzionato rispetto ad alri blindati. Qualche esempio? Il “padre”, il “Centuaro1”, costava circa 2 milioni, mentre gli stessi blindati “Freccia” per i quali il finanziamento è stato approvato prima di quest’estate, arrivano a costare 6,5 milioni cadauno. Non bisogna peraltro dimenticare che questi nuovi blindati dovrebbero poi arrivare ad essere, con una seconda tranche, ben 136. Un numero decisamente elevato, considerando che nel complesso, tra vecchi e nuovi tank, il nostro esercito conterà oltre mille carri armati. Non c’è che dire: un po’ tantini. E allora perchè tale investimento? Una risposta plausibile è contenuta nel documento presentato in commissione: “La produzione estensiva di sistemi per il cliente nazionale è il prerequisito di referenza indispensabile ad ogni opportunità di vendita all’estero”. In altri termini: ne dobbiamo comprare tanti non perché servono all’Esercito, quanto al mercato internazionale. Domanda: chi produrrà i mezzi? Quasi esclusivamente Leonardo (ex Finmeccanica). Manco a dirlo.
L’ALTRA COMMESSA – Ci sono poi gli elicotteri. E qui il discorso è, se vogliamo, ancora più interessante. Siccome i 48 Agusta Westland ora in servizio sono vecchiotti (risalgono agli anni ‘80), meglio investire in nuovi prototipi. Ed ecco allora la spesa: 487 milioni per lo studio e la progettazione di soltanto tre prototipi. Una spesa – e qui viene il bello – interamente a carico del MiSE. Parliamo, in altre parole, di mezzi che costeranno 162 milioni di euro l’uno, compresi tutti i costi, da quelli di progettazione a quelli del futuro supporto logistico. Se le cifre rimarranno queste, denunciano ancora le associazioni, l’intero programma di acquisizione (che dovrebbe riguardare 48 macchine) arriverà a costare quasi 8 miliardi di euro.
IL BLUFF RENZIANO – Ma gli inghippi non finiscono qui. “La cosa più scandalosa – denuncia Marton a LaNotizia – è che sarà tutto a debito per i prossimi Governi. Nel 2016, infatti, tra tank ed elicotteri spenderemo solo sei milioni”. Insomma, sui Governi futuri ricadranno spese volutamente posticipate dall’attuale esecutivo. Ma non basta. Il senatore 5 Stelle, infatti, sottolinea anche un altro aspetto passato in sordina: “sono stati presi soldi stanziati nel 2006 e nel 2014. A cosa stiamo giocando?”. Ed è esattamente quel che accadrà: i programmi militari verranno soddisfatti anche con quanto risparmiato nelle Manovre del 2006 e del 2014. Erano fondi stanziati per il capitolo “Sicurezza”. E che ora verranno reimpiegati. Per elicotteri e carri armati d’oro.
Ma siccome al peggio non c’è mai fine, ecco la ciliegina sulla torta: “per i carri armati, paghiamo noi ricerca e sviluppo. Ciò vuol dire che i costruttori non rischieranno nulla”. Cosa vuol dire questo? Semplice: nel caso in cui il programma dovesse interrompersi per qualche imprevedibile motivo, il Governo – come si legge sul programma – dovrà pagare una penale. Insomma, la battaglia è già persa. In partenza.
Tw: @CarmineGazzanni