In Italia vi è stata un’evasione fiscale e contributiva di 108,7 miliardi. Il dato emerge dalla relazione annuale che evidenzia il tax gap, ovvero la differenza tra le imposte che dovrebbero essere versate e quelle effettivamente pagate. Da dove deriva tutta questa evasione? Ben 98,3 miliardi sarebbero dovuti ai principali tributi e 10,4 ai contributi. La relazione evidenzia anche che tra il 2012 e il 2013 l’incremento delle mancate entrate tributarie è salito di 2,5 miliardi. Emerge anche, facendo riferimento al documento allegato al Def (anni 2010-2014) che è l’Iva l’imposta più evasa. Risulta un ”tax gap” medio nel 2012-13 di 39,9 miliardi, e salito a 40,2 miliardi nel 2014. A seguire c’è l’Irpef (31 miliardi) tra le cifre più alte di evasione, poi ‘è l’Ires (14 miliardi). Dalla relazione emergono anche 12,4 miliardi di errori fatte e tasse dichiarata ma non versate. Dato positivo che emerge dalla nota del Def sono i 12 miliardi di recupero permanente nel corso dell’anno 2016. Ma occorre fare meglio visto che il recupero delle cifre evase rappresenta un obiettivo fondamentale per provare a raddrizzare il tiro sui conti pubblici. “Nella media del periodo 2010-2014 – si legge nella relazione – il gap complessivo ammonta a 88,1 miliardi di euro, di questi 12,4 sono ascrivibili alla componente dovuta ad omessi versamenti ed errori nel compilare la dichiarazioni. Pertanto, il gap derivante dal completo occultamento delle base imponibile e/o dell’imposta ammonta a 75,7 miliardi di euro”.
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