L’ennesima uscita a vuoto di Mauro Icardi fa il paio al calcio di rigore tirato fuori nella partita di questo pomeriggio a San Siro persa dall’Inter 2-1 contro il Cagliari. Ma la vera uscita a vuoto è arrivata nel libro autobiografico Sempre avanti del capitano dell’Inter che è tornato sull’episodio di Sassuolo dello scorso anno quando ci fu un battibecco sotto la curva con i tifosi. Ecco il passaggio che ha fatto saltare i nervi alla curva nord che oggi ha esposto un durissimo striscione (vedi foto).
«Mi tolgo maglia e pantaloncini e li regalo a un bimbo. Peccato che un capo ultrà gli vola addosso, gli strappa la maglia dalle mani e me la rilancia indietro con disprezzo. In quell’istante non ci ho più visto, lo avrei picchiato per il gesto da bastardo appena compiuto. E allora inizio a insultarlo pesantemente: ‘Pezzo di merda, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? Devi solo vergognarti, vergognatevi tutti’. Detto questo gli ho tirato la maglia in faccia. In quel momento è scoppiato il finimondo. […] Nello spogliatoio vengo acclamato come un idolo… I dirigenti temevano che i tifosi potessero aspettarmi sotto casa per farmela pagare. Ma io ero stato chiaro: “Sono pronto ad affrontarli uno a uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada. Quanti sono? Cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio, e faglielo sentire: porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo”. Avevo sputato fuori queste frasi esagerate per far capire loro che non ero disposto a farmi piegare dalle minacce”. Una settimana dopo, “un capo storico viene da me: pretende ancora le mie scuse”. Icardi rispose così. “Non devo chiedere scusa a nessuno di voi, se vi va bene perfetto, altrimenti ciao… Oggi fra me e i tifosi della Nord c’è rispetto reciproco, come è giusto che sia. Anche loro hanno un ruolo importante per il successo della squadra…”.
Durissimo il comunicato della curva nord dell’Inter: “Un individuo del genere non può indossare la fascia di capitano”. “Tutte le falsità concentrate in quelle tre pagine del libro” e un secco “i bonus sono finiti”. E provvedimenti ne arriveranno di sicuro visto che il vicepresidente dell’Inter, Javier Zanetti, lo ha detto senza alcun giro di parole: “I tifosi sono la cosa più importante”. Parola di vero capitano prima ancora che da vicepresidente. La colpa più grande di Icardi non è stata certo quella di aver sbagliato il calcio di rigore, ma di aver destabilizzato ancora una volta un ambiente già precario di suo com’è quello dell’Inter ormai da qualche anno.
Sarà un caso che l’uscita del libro è arrivata soltanto dopo il rinnovo del contratto milionario fino al 2021? Perché è stato un rinnovo travagliato quello guidato dalla moglie-procuratrice del calciatore, Wanda Nara. Un rinnovo per cui l’Inter ha fatto i salti mortali per accontentare il giocatore a suon di soldoni. Peccato che l’Inter non sia stata altrettanto ricambiata. Come anche e soprattutto i tifosi. Che ancora una volta sono stati calpestati da dichiarazioni fuori controllo dell’attaccante. Che ha sì chiesto scusa questa mattina su Instagram. Quando però l’incantesimo con la curva nord si era già rotto. Forse per sempre.