Alla fine è stato Enrico Zanetti a vincere il braccio di ferro con Mario Monti e a mantenere il nome di Scelta Civica. Ieri l’ufficio di Presidenza di Montecitorio ha infatti deliberato la nascita di due nuovi gruppi parlamentari dalla scissione di Scelta Civica di luglio scorso, lasciando a Zanetti la titolarità del nome originario. Un gruppo, quindi, si chiamerà “Scelta civica verso i cittadini per l’Italia-Maie”, e avrà come capofila il viceministro dell’Economia che sarà accompagnato da Mariano Rabino, Giulio Cesare Sottanelli, Angelo Antonio D’Agostino e Valentina Vezzali, un esponente del Maie (Movimento degli italiani nel mondo, ndr) e dieci deputati verdiniani di Ala. A loro è stata concessa la deroga dal momento che sono 16 deputati e non 20 come dovrebbero essere da regolamento della Camera.
L’altro gruppo, invece, avrà il nome di “Civici e innovatori”: di questo fanno parte i 15 deputati eletti nel 2013 con il partito dell’ex premier. Per loro la deroga invece è a tempo determinato: avranno un “tempo congruo” – è stato spiegato al termine della riunione dell’ufficio di presidenza – per cercare gli altri 5 deputati ed arrivare alla quota di 20 necessaria per avere un gruppo alla Camera. Nel corso del suo svolgimento, l’ufficio di presidenza era stato sospeso per un’ora circa a causa di una lettera inviata proprio da Monti, nella quale egli rivendicava di essere proprietario di nome e simbolo di Scelta Civica. Dall’approfondimento del deputato Giovanni Sanga (Pd), incaricato dell’istruttoria sul caso, è emerso che “dalla scrittura privata non risulta che il senatore Monti sia proprietario del nome” ma solo del simbolo.