Mezzo milione. Per l’esattezza 650mila euro. Tanto è il piatto che l’ Enit , l’Agenzia Nazionale per il Turismo, mette sul piatto. Il tutto per costuire due stand e partecipare a due fiere, una a Londra e una a Barcellona, di tre giorni. No, non è uno scherzo. Così come non è uno scherzo che, nel frattempo, il piano per rilanciare il turismo all’estero (da ben 84 milioni di euro) annunciato in pompa magna dall’ente presieduto da Evelina Christillin, è stato pesantemente bocciato dalle Regioni.
CHIOSCHI SALATI – Un quadro curioso, quello delineato. Quasi surreale. Se non fosse che è tutto, tragicomicamente, veritiero. Ma partiamo dai due bandi. Dal 29 novembre al primo dicembre l’Enit parteciperà alla Ibtm World, importante fiera turistica a Barcellona. Urge, dunque, la costruzione di uno stand ad hoc. Niente paura: ecco il bando che mette sul piatto ben 150mila euro. Troppo? Forse no, considerando che l’Enit richiede uno stand da oltre 400 metri quadri con tanto di piccola “coffee station” e, per carità, pavimentazione “in moquette bicolore”. Senza dimenticare, ovviamente, i “salottini in finta pelle bianca”, panche, sgabelli, vasi e cucinino con frigorifero, congelatore e lavastoviglie.
Ma attenzione. Perché non finisce qui. Prima di volare in Spagna, l’Enit parteciperà a un’altra fiera di prim’ordine, la Wtm, a Londra, dal 7 al 9 novembre. E anche qui, ci mancherebbe, si vogliono fare le cose in grande, con uno stand da ben mille metri quadri e che costerà 500mila euro. Se la matematica non è un opinione, insomma, parliamo di mezzo milione di stand per tre giorni, insomma. Ma cosa ci sarà dentro? Di tutto di più, ovviamente. Oltre alle immancabili panche, moquette, cucina e salottino, qui l’Enit vuole pure vasi con “piante di ulivo” e un “bancone bar curvilineo”. Mica male, insomma.
TURISMO IN STALLO – E mentre ci si prepara a girare il mondo spendendo e spandendo, in Italia il turismo piange. E, probabilmente, ancora dovrà farlo a lungo. L’Enit, infatti, aveva annunciato in pompa magna il piano di rilancio del Paese. Il 15 settembre se n’è discusso in Conferenza Stato-Regioni che ha reso noto il proprio parere solo il 21. Ebbene, la Conferenza ha sì espresso “un parere favorevole sulla convenzione tra il ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e l’Enit” ma, soi precisa, “il via libera delle Regioni è però subordinato all’accoglimento di osservazioni e proposte di modifica”. E perché mai? Inevitabile se, come si legge nel documento, “nella convenzione in esame dovrebbero essere definiti, fra gli altri, gli obiettivi, i risultati attesi, le strategie per il miglioramento dei servizi”. E invece “gli obiettivi elencati […] parrebbero piuttosto generici e manca del tutto la definizione dei risultati attesi, come del resto anche delle strategie di miglioramento dei servizi”. Che dire: meno male che lo stand c’è.
Tw: @CarmineGazzanni