di Andrea Koveos
Le ronde anche a Roma. Succede nella periferia sud-est della Capitale, dove un gruppo di residenti da più di un mese pattuglia le strade del quartiere “di Caltagirone” da mezzanotte alle cinque del mattino. E i reati a Ponte di Nona sono diminuiti. In questo agglomerato urbano, situato nell’ottavo Municipio di Roma, abitano quasi 30 mila persone che potrebbero raddoppiare a fine lavori. Sì, perché il costruttore romano sta edificando ancora, fino a esaurimento dei terreni disponibili, espropriati dall’inizio degli anni novanta.
Il panorama è difficile da mandare giù. Palazzi uguali, con qualche macchia di colore per rompere la monotonia architettonica. I servizi sono scadenti, manca tutto, dalle scuole alle vie d’accesso, intasate dalla mattina presto fino a dopo il tramonto.
Non manca, però, il centro commerciale, gigantesco uno dei più grandi d’Europa. Cattedrale (ormai sacra del tempo libero metropolitano) in un deserto di mattoni gialli. La vista dall’autostrada A24 provoca un pugno allo stomaco, con i suoi palazzoni, le sue strade identiche, le grandi rotatorie, la sua delinquenza.
Difficoltà di una piccola città, sorta velocemente, a ridosso del grande campo nomadi di via di Salone. Di giorno si vedono bambini rom frugare nei bidoni della spazzatura, mentre di notte imperversano gli spacciatori.
Negli ultimi anni si sono moltiplicati i furti in casa, gli scippi, le rapine ai negozi. Esasperati, privati della loro stessa tranquillità, i residenti hanno deciso di fare qualcosa. Si sono organizzati in un’associazione di volontari (Associazione volontari sicurezza Ponte di Nona) stabilendo di controllare tutto il territorio, via per via, palazzo per palazzo, negozio per negozio. In macchina, di notte e in stretta collaborazione con le forze dell’ordine. “La colpa non è degli agenti – dicono i volontari – è di questa maledetta crisi e dei tagli del Governo che ci ha privato oltre che dei soldi anche della serenità”.
In questo caso, dopo un primo periodo di attrito con le forze dell’ordine, i cittadini hanno capito e sono corsi in aiuto. Sforzo che Carabinieri e Polizia sembrano aver apprezzato. Lo conferma lo stesso presidente dell’associazione, Franco Pirina. “E’ stata la stessa compagnia dei carabinieri di Frascati a comunicarci la drastica diminuzione dei reati. Non facciamo altro che controllare e segnalare le situazioni a rischio”. I residenti, dopo anni di soprusi, hanno l’occhio esperto, da investigatore. Sono in grado di capire quali sono le circostanze che potrebbero degenerare. Per questo chiedono l’intervento delle pattuglie solo quando è necessario.
“Abbiamo sventato diverse rapine e colto sul fatto perfino degli spacciatori, del resto facilmente individuabili dai Suv di cui si servono”. Le ronde sono organizzate in gruppi di tre, quattro, anche cinque macchine che percorrono le strade di tutto il quartiere. Per vincere l’omertà dei cittadini più diffidenti, l’associazione ha messo a disposizione perfino una casella postale capace di accogliere tutte le segnalazioni anche quelle anonime. E a pochi giorni dalla sua apertura la casella è già stata riempita. Il tema della sicurezza nella Capitale è stata sempre al centro di ogni campagna elettorale (manca pooco più di un mese alle elezioni). Ogni candidato consigliere municipale o comunale passa di qui, annuncia stravolgimenti e se ne va, sconsolato. “Se la sbrighino loro qui è un inferno”. E i cittadini li hanno presi in parola. Con le ronde.