In guerra e in amore sarà tutto permesso ma in politica no. Qui l’obiettivo è fare il meglio per i cittadini e confondere le acque con polemiche pretestuose non aiuta certo a capire da che parte stare quando c’è da fare una scelta. Comunque si veda il referendum sulla Costituzione e qualunque cosa si pensi di un ministro diventato oggettivamente ingombrante come la Boschi, il linciaggio per il viaggio di Stato in America latina è un autogol del fronte del No.
Secondo le accuse, la responsabile delle riforme è andata all’estero a farsi propaganda per il voto del quattro dicembre a spese dei contribuenti. Uno scandalo, insomma, che di scandaloso ha solo la faziosità delle critiche al ministro. La Boschi ha legato il suo nome alla nuova legge, non è andata ad eventi di partito ma a spiegarne i contenuti a una nostra comunità all’estero e sarebbe assurdo che chiedesse di votarle contro. Il suo ruolo di componente del governo le consente di fare questi viaggi a spese dello Stato come lo consentirà a chi sarà domani nella stessa condizione. Una contestazione che sa tutta di scusa e che non rafforza, ma semmai indebolisce, le ragioni del No alla riforma.