L’accordo è verbale, ma c’è già. Sulle pensioni il Governo è riuscito ad accontentare i sindacati al prezzo di 6 miliardi di euro spalmati su 3 anni. Un tributo per evitare l’aumento della tensione con le parti sociali. La bozza d’intesa riguarda tutti gli aspetti discussi nelle scorse settimane: l’anticipo pensionistico (la famigerata Ape), il trattamento per i lavori precoci e usuranti, le ricongiunzioni onerose dei contributi versati per diverse gestioni, la quattordicesima raddoppiate e l’estensione della no tax area per i pensionati. Tra le novità che sarebbero introdotte dall’accordo c’è la possibilità del pensionamento anticipato per chi ha svolto un’attività usurante per almeno 7 anni negli ultimi 10 o per un numero di anni pari alla metà dell’intera vita lavorativa. Inoltre, è previsto lo scivolo per i cosiddetti lavoratori precoci, ossia chi ha iniziato a versare i contributi prima dei 19 anni, eliminando i limiti introdotti dalla riforma Fornero per il pensionamento anticipato di questi soggetti.
Nel caso dell’Ape, la possibilità di lasciare volontariamente i lavoro a 63 anni attraverso un prestito ventennale, si parla di una fase di sperimentazione di due anni prima di decidere quale possa essere la soluzione definitiva. “In vista di un possibile intervento di riduzione del cuneo contributivo sul lavoro stabile si valuta l’introduzione di una pensione contributiva di garanzia legata agli anni di contributi e all’età di uscita”, spiega il documento.
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha commentato con toni positivi il passo in avanti: “L’aspetto che considero più importante di questo accordo è che, per la prima volta si tenta di dare risposte che tengono conto, contemporaneamente, delle esigenze dei giovani, dei pensionandi e dei pensionati: esattamente il contrario di quello che si è sempre fatto i passato. Con Ape e Ape social abbiamo affermato, per la prima volta, che i lavori e le condizioni familiari non sono uguali”. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, ha riferito che le risorse saranno individuate nell’ambito della legge di Stabilità, come previsto nelle ultime ore.
“Sono stati definiti i titoli ma non c’è la traduzione in una soluzione. È stato fatto un buon lavoro ma non si può dire che sia concluso”, ha commentato il segretario della Cgil, Susanna Camusso. Il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, ha rilanciato: “I sei miliardi stanziati non sono sufficienti e non dimentichiamo gli esodati e il resto della piattaforma”. D’altra parte ha ammesso: “È stato fatto un buon lavoro”. Ma non mancato critiche al passaggio. “Sulle pensioni siamo all’innovazione della sottoscrizione di un verbale di una riunione, siamo ai titoli e alle cambiali e non alla moneta sonante”, ha attaccato il deputato di Sinistra Italiana Giorgio Airaudo. “Visti i tempi – ha chiosato l’ex sindacalista – Renzi e il governo pensano più al referendum che ai pensionati italiani”.