Nahed Hattar è stato ucciso, proprio mentre stava andando in Tribunale ad Amman, in Giordania, per rispondere all’accusa di blasfemia e razzismo. Lo scrittore, 56 anni, era infatti finito sotto processo per aver pubblicato un vignetta (visibile a fine articolo), giudicata blasfema, sull’Islam. L’uomo è stato ucciso dopo essere stato colpito da tre proiettili esplosi da un’arma da fuoco. Secondo quanto riferisce la stampa locale, l’assassino è stato immediatamente fermato e arrestato.
Hattar aveva postato l’immagine su Facebook per deridere l’Isis e la sua visione del paradiso. Nella vignetta si vede un combattente del sedicente Stato islamico che ordina a Dio da bere e da mangiare, mentre è in un letto in compagnia di due donne. Ma la satira non è piaciuta nemmeno a chi non è un miliziano del Califfo: molte comunità l’hanno ritenuta offensiva per l’Islam. Così Nahed Hattar è stato arrestato dalle autorità giordane lo scorso mese di agosto, finendo per diventare noto in tutto il mondo. Tuttavia, è stato costretto a rispondere dei reati di “insulto alla religione”, perché non ha rispettato il divieto di “pubblicare materiale, immagini o disegni con l’intenzione di colpire i sentimenti religiosi e la fede”. Per questo rischiava fino a un anno di carcere. Ma un fanatico ha deciso di fare di peggio: condannarlo a morte.
RIP #nahedhattar for reminding ourselves what freedom of speech is about! pic.twitter.com/gAyiJItzML
— Ayat (@Sh5Ash) 25 settembre 2016