di Monica Setta
E’ stato il primo a scrivere un tweet sulla partecipazione di Matteo Renzi ad Amici di Maria De Filippi scrivendo che con l’esordio del sindaco di Firenze nel tempio laico del talent di Canale 5 cadeva un tabù della sinistra e si lanciava un messaggio positivo ai giovani. Sabato scorso quando Beppe Grillo ha parlato di golpe per la rielezione di Napolitano, ancora lui – Ivan Lo Bello, uomo simbolo della battaglia per legalità in Confindustria- è sceso in campo bocciando le esternazioni del movimento 5 stelle considerate “gravissime” e “inopportune”. Classe 1963, alle spalle un’azienda del nonno a Siracusa e varie imprese a Catania, Lo Bello ha fatto storia per la sua battaglia contro il racket e la mafia nella Sicilia di Sciascia e Camilleri. Era il 2006 quando lui, presidente della Confindustria regionale lanciò l’ultimatum: “Fuori da Confindustria Sicilia chi paga il pizzo”. “Bisognava sfidare il racket e farlo in modo chiaro”, ricorda,”i siciliani si commuovono ad ogni anniversario delle stragi in cui sono morti i giudici Falcone e Borsellino. E fra chi si commuove ci sono molti imprenditori. E allora mi chiesi, si può ancora rendere omaggio a chi ė morto per combattere la mafia e poi continuare ad alimentare il potere e le casse dei loro assassini?”. Lo Bello non si sottrae alle domande de La Notizia ma specifica che sui punti politici parla, proprio come fa su twitter, da cittadino e non da vicepresidente della Confindustria.
Napolitano torna al Colle per la seconda volta e i mercati festeggiano. Se l’aspettava?
“L’elezione bis di Giorgio Napolitano al Quirinale ha sicuramente portato un clima positivo. Un clima migliore, c’è sicuramente un’atmosfera di fiducia nel Paese e tutto questo grazie al presidente Napolitano che ė punto di riferimento decisivo per l’Italia. Questo clima può determinare conseguenze positive non nell’immediato, sotto il profilo economico e sociale”.
Lei ha criticato le affermazioni di Grillo sul “golpe”…
“Parlavo a titolo personale, ci tengo a ribadirlo perchè in Confindustria ognuno ha un ruolo e un compito specifico. Ma non mi nascondo certo dietro un dito. Come cittadino sono stato preoccupato perchè ciò che diceva Grillo era forte. In un Paese dove la disoccupazione cresce e dove la crisi economica si fa sentire, mi preoccupa vedere giovani che non hanno un posto di lavoro perchè, come le dirò fra poco, esiste ogni volta il rischio che il rancore sociale esploda con conseguenze che si scaricano sull’intera collettività”.
Quali sono le priorità in agenda per la Confindustria?
“Dobbiamo riportare l’education ad essere un tema centrale non solo per gli imprenditori, ma per l’agenda del paese perchè solo con un capitale umano forte, specializzato e innovativo possiamo ritrovare la strada della crescita e di alti livelli di competitività. Serve più coraggio politico, di scuola e formazione si deve discutere nel dibattito fra le classi dirigenti e non solo fra gli addetti ai lavori. I giovani devono essere orientati verso percorsi di studio che permettano loro do trovare un posto di lavoro corrispondente alle qualifiche e alle aspirazioni. Altrimenti, si mette in modo un meccanismo socialmente devastante che porta come ultima istanza a sprecare un capitale economico ed umano”.
Cosa chiederete come imprenditori al prossimo governo in materia di education ?
“È necessario ridurre il “mismatch” fra la domanda e l’offerta. Alle imprese mancano ad oggi 65mila figure tecniche e professionali. Non ci sono ingegneri, informatici, progettisti di imprese industriali. Puntare sul rilancio dell’Istruzione tecnica ė doveroso mentre va rafforzato sempre più il legame fra scuola e lavoro. Nel 2020, secondo le nostre proiezioni, la richiesta di lavoro qualificato crescerà mentre il nostro Paese avrà il più alto tasso di lavoratori con basso livello di qualificazione, il 37,1 per cento contro la media del 19,5. Inaccettabile”.