Bottiglie di birra gettate a terra. Mozziconi di sigarette lasciati su un prato, che di suo è già malmesso. Scritte sui muri che portano ai parcheggi. E, come accoglienza, un senzatetto che dorme proprio davanti all’ingresso principale. Benvenuti alla Reggia di Caserta, una delle bellezze più importanti della Campania. La Notizia è infatti andata sul posto per verificare i miglioramenti garantiti dal Governo. Appurando una realtà molto diversa dalle immagini di cartolina proposta, in cui l’erba sembra curata con la magniloquente residenza borbonica che appare immersa in un prato verde. La bellezza della Reggia è intatta, ma quel che manca è la cornice (fatta eccezione per gli altri ingressi laterali tenuti in condizioni migliori).
SOLO PAROLE
Eppure sul Palazzo reale casertano l’accoppiata Renzi-Franceschini ha investito molto in termini di immagine e di promesse. Certo, l’impegno del nuovo direttore Mauro Felicori è pregevole: i dati sui visitatori sono in costante aumento nel 2016 rispetto all’anno precedente, che pure si era chiuso con un bilancio di 497.158 presenze e un introito complessivo di 2 milioni e 739mila euro. Molto apprezzata è inoltre l’apertura serale al prezzo promozionale di un euro. Ma, andando oltre questi numeri, la prima sensazione che prova il visitatore è quella di una condizione di abbandono del parco antistante.
SITO VECCHIO STILE
E che dire poi del sito ufficiale reggiadicaserta.beniculturali.it? Il portale che accoglie il potenziale turista ha una grafica tutt’altro che moderna con uno stile retrò, che ricorda i siti degli anni Novanta. A salvare l’immagine web della Reggia di Caserta ci pensa almeno la pagina Facebook, che offre contenuti molto più dinamici e interessanti. Ma rischia di non bastare: qualsiasi utente cerca su Internet prima di tutto il sito, vera porta d’accesso digitale. E pensare che il ministro Franceschini, in un’intervista a Il Mattino risalente al gennaio scorso, aveva fatto grandi proclami: “La Reggia rientrerà tra i 25 grandi attrattori turistico-culturali del Paese e quindi potrà contare sulle risorse del fondo sviluppo e coesione anche per i lavori al giardino e per tutto il piano di recupero”. Il numero uno del Mibact si era spinto anche a fornire dei numeri: “Almeno altri 50 milioni potranno arrivare dal piano strategico attrattori culturali che sarà definito entro il 2016. Una parte andrà al recupero delle strutture, quindi il museo e il parco, una parte è invece destinata alle attrezzature: trasporti, parcheggi”. Con un obiettivo: “Portare alla Reggia un milione di visitatori”. Ma sperando che all’ingresso principale ci sia un bel prato, curato. E senza spazzatura come ornamento.