Il Governo si è dovuto arrendere ai numeri. Il Pil sarà rivisto al ribasso, confermando quando annunciato dalle previsioni del Fondo monetario internazionale e certificato dalle statistiche Istat. “L’economia italiana sta crescendo non così velocemente come vorremmo. Le previsioni di crescita saranno riviste al ribasso anche nei dati che il Governo rilascerà ad ottobre”, ha affermato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Nel Def, infatti, la crescita prevista per l’Italia era dell’1,2%. Il Fmi aveva parlato dello 0,9% e l’Istituto di statistica si ferma allo 0,7%.
Padoan ha comunque cercato di rivendicare l’azione dell’Esecutivo: “L’economia sta crescendo dopo tre anni di prolungata recessione, perdita di Pil e capacità produttiva”. Inoltre, secondo il ministro, la ripresa “sta generando posti di lavoro e, se c’è una creazione di posti di lavoro più che proporzionale rispetto alla crescita economia, l’economia diventa a maggiore intensità di lavoro”. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha rilanciato lo stesso messaggio: “So che c’è stata polemica su quanto affermato dal ministro, sul fatto che le stime sul Pil saranno riviste al ribasso. Noi diciamo la verità, i dati precedenti dicevano -2,3% nel 2012 e -1,9% nel 2013, ora sono tornati positivi ma ancora non come vorremmo. Noi diciamo che vorremmo fare di più, non ci nascondiamo”.
Opposizioni contro Padoan
Da Forza Italia arrivano le critiche più pesanti: “Il ministro Padoan ammette che le previsioni del governo sulla crescita del Pil erano sbagliate”, ha dichiarato la responsabile Comunicazione di Fi, Debora Bergamini. “Economia italiana al ribasso e conti da rifare, ma Renzi continua a promettere tutto a tutti pur sapendo di non avere le risorse necessarie per il suo ‘shopping’ elettorale in vista del referendum”, ha aggiunto l’esponente azzurra. Il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta, ha messo in evidenza un altro aspetto: “Bisognerà ricalcolare il rapporto deficit/Pil e debito/Pil del 2016, e che, per rispettare gli impegni presi con Bruxelles, a ottobre servirà una manovracorrettiva di circa 30 miliardi di euro. Senza considerare le promesse che Renzi va facendo in giro per l’Italia per comprarsi il voto per il referendum sulla riforma Costituzionale”. “Gli italiani – ha concluso Brunetta – sono avvisati, se continuano a credere all’illusionistaRenzi la stangata arriverà ancora più forte”.