In Turchia l’opera di repulisti continua. Colpendo le persone e fermando la circolazione del libero pensiero. Il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha infatti firmato dei decreti per allontanare altre 40mila persone, tra professori, dipendenti statali e poliziotti. L’accusa è quella di avere legami con la rete di Fetullah Gülen, il leader religioso in autoesilio negli Stati Uniti. I provvedimenti hanno colpito in particolare insegnanti di scuole elementari e medie.
Ma non solo. Le istituzioni turche hanno stilato anche una lista di opere teatrali occidentali da mettere al bando. Tra gli autori vietati ci sono Dario Fo, William Shakespeare, Bertolt Brecht e Anton Čechov. La decisione è stata assunta ufficialmente dalla Devlet Tiyatroları, l’organismo che gestisce le compagnie teatrali turche. “Come amanti della patria, apriremo le nostre sale solo con opere locali al fine di contribuire all’integrità e all’unità della patria e per rafforzare i sentimenti nazionali”, ha detto il vice direttore Nejat Birecik. Dunque, l’operazione è stata descritta come un progetto di valorizzazione delle opere nazionali. Ma la tempistica è sospetta: in questa fase di massicce epurazioni, quella delle autorità di Ankara sembra un’ulteriore stretta sulla libertà di espressione in un Paese che ha già limitato il lavoro dei giornalisti indipendenti.