Sul terreno esplosivo del referendum costituzionale di novembre, a quanto pare, è ufficialmente scattata una tregua tra Governo e Anpi, l’Associazione nazionale dei partigiani. Ma le asprezze del confronto continuano a covare sotto l’ammorbidimento dei toni. Il fatto certo è che ieri l’Anpi, presieduta da Carlo Smuraglia, ha deciso di accettare l’invito di Matteo Renzi a un dibattito sul merito della riforma costituzionale nell’ambito di alcune Feste dell’Unità in corso in Emilia Romagna. I partigiani, però, dal canto loro hanno replicato che ora andranno vagliate modalità di svolgimento del dibattito e scelta del moderatore. Ma di base non c’è nessun pregiudizio per il confronto.
IL PRECEDENTE
Tra le parti si sono registrati mesi di battaglia. Prima ci si era messa la ministra delle riforme, Maria Elena Boschi, che aveva paragonato a falsi partigiani coloro che voteranno “no” al referendum. Poi gli stessi vertici del Pd avevano inasprito la situazione vietando all’Anpi, da tempo fermamente schierata per il “no”, di fare propaganda in tal senso alle Feste dell’Unità. Quest’ultimo, evidentemente, è poi apparso al Pd come un errore, al punto che poco tempo dopo è cambiata la strategia. E così, invece di vietare all’associazione dei partigiani la campagna per il “no”, si è preferito “sfidare” la stessa associazione sui temi della riforma. Sarà una scommessa vincente per il Governo? Si vedrà. Nell’attesa, dicevamo, i toni ieri si sono fatti molto più concilianti. “Poiché la questione circa la libertà senza limitazioni dell’Anpi di usufruire di spazi all’interno delle Feste dell’Unità appare sostanzialmente e ragionevolmente risolta”, ha sostenuto l’Anpi in una nota, “non sussistono motivi di sorta per non accettare l’invito del segretario del Pd, Matteo Renzi”. La situazione si è risolta “con la ricezione delle posizioni sostenute dalla nostra associazione”, ha continuato l’Anpi, “come da intese raggiunte a Bologna, Reggio Emilia ed in altre sedi, che logicamente varranno per tutte le situazioni ancora pendenti, in varie parti d’Italia”. Ciò detto, “naturalmente sede, data, modalità di svolgimento e scelta del moderatore (o della moderatrice) dovranno essere concordate, in breve tempo, tra i rispettivi organismi a ciò delegati, in modo da garantire paritarie condizioni di imparzialità e linearità del dibattito”.
LE RICHIESTE
Se questo “potrà essere realizzato, appunto, con modalità concordate, come ci auguriamo, rappresenterà anche una buona occasione per fornire un significativo esempio di civile confronto sul merito, dimostrando che anche su temi particolarmente delicati si può democraticamente confrontarsi”. Lo scontro sulla “agibilità politica” degli spazi delle Feste dell’Unità è stato durissimo. Smuraglia era arrivato a dire che “il Pd non ha rispetto della storia dell’Anpi” e la prima reazione dell’associazione all’invito di Renzi era stata piuttosto secca: “Un faccia a faccia non basta”. Ora restano da stabilire data e luogo del confronto. Renzi aveva proposto le feste dell’unità in corso in Emilia-Romagna, in particolare quelle di Bologna e Festareggio.