Ad Ascoli Piceno è il giorno dei primi funerali delle vittime del terremoto nel centro Italia, alla presenza delle massime autorità dello Stato, a cominciare dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Le esequie sono state organizzate in una palestra. “A nome mio, nel nome di questa nostra gente tradita dal ballo distruttore della terra. “E adesso che si fa?” ho chiesto a Dio”, ha detto il vescovo di Ascoli Piceno, Giovanni D’Ercole. Una domanda “suscitata dall’angoscia, dall’avvilimento di esseri umani derubati dell’ultima loro speranza. Eppure, sotto le macerie, qualcosa ci dice che le nostre campane torneranno a suonare. Un terremoto è la fine, un boia notturno venuto a strapparci la vita. La nostra terra, però, è popolata di gente che non si scoraggia”, ha aggiunto il vescovo.
Il rito è stato celebrato per 34 delle 49 persone che hanno perso la vita nelle Marche. “Non vi lasceremo soli. Non vi preoccupate, faremo tutto il possibile per starvi vicino”, ha affermato il capo dello Stato durante la sua visita ad Accumoli, epicentro del sisma del 24 agosto. Mattarella si è poi rivolto ai soccorritori, che hanno estratto vive dalla macerie 238 persone: “Vi ringrazio per quello che fate”.
La giornata è stata proclamata di lutto nazionale. “I tricolori e le bandiere dell’Europa esposti sugli edifici pubblici sono oggi a mezz’asta su tutto il territorio nazionale in concomitanza con i funerali solenni delle vittime del terremoto che ha colpito tre giorni fa l’Italia centrale, con un bilancio non ancora definitivo di 284 morti”, ha riferito Palazzo Chigi.