di Stefano Sansonetti
Chissà se la Nuvola di Fuksas, il nuovo centro congressuale romano, riuscirà a ottenere un aiuto economico dalla Cassa depositi e prestiti. Le esigenze finanziarie dell’opera, secondo quanto risulta a La Notizia, sono salite alla bellezza di 200 milioni di euro (vedi articolo sotto). Se la Cassa, controllata all’80% dal Tesoro e al 20% da un gruppo di fondazioni bancarie, alla fine scendesse in campo, come molti nel comune di Roma si augurano e ritengono ancora possibile, probabilmente qualcuno si troverebbe in una situazione come minimo “imbarazzante”. Il riferimento è a Franco Bassanini, appena confermato alla presidenza della Cdp in rappresentanza delle fondazioni bancarie. Si dà infatti il caso che Bassanini, ex ministro Ds, sieda dal settembre del 2011 anche sulla poltrona di presidente del consiglio di sorveglianza di Condotte. Ossia di quel gruppo di costruzioni, di proprietà della famiglia Bruno, che sta provvedendo all’esecuzione dell’opera da 250 milioni di euro progettata dall’archistar Massimiliano Fuksas. In molti vedono nella Cassa l’ultima spiaggia per erogare, almeno in parte, il finanziamento monstre. Ma se questo accadesse, e in diversi si stanno adoperando perché ciò avvenga, ci si troverebbe nella situazione in cui la Cassa presieduta da Bassanini erogherebbe un finanziamento che in ultima analisi servirebbe a pagare la fine dei lavori a Condotte, il cui consiglio di sorveglianza sempre da Bassanini è presieduto. Al di là della Nuvola, però, sono anche altri i terreni in cui Cassa Depositi e Condotte si trovano a incrociare i loro percorsi. Con lo stesso rischio che si generino “imbarazzi”.
Gli incontri tra le due società
Condotte, inutile nasconderlo, guarda con molto interesse all’operato della Cassa Depositi e Prestiti. Per rendersene conto basta dare un’occhiata alla relazione sulla gestione dell’ultimo bilancio disponibile, quello chiuso il 31 dicembre 2011. Quanto alle prospettive del mercato infrastrutturale, vi si legge, “va evidenziato come nel settore si affaccino nuovi attori, come i fondi di private equity che, intervenendo nel capitale sociale delle imprese aggiudicatarie delle concessioni, sono in grado di sostenere le fasi di start-up delle iniziative”. Da questo punto di vista, aggiunge il documento, “sono allo studio fondi di equity italiani ai quali potrebbe partecipare anche la Cassa Depositi per investire nei progetti infrastrutturali italiani”. Ma la stessa relazione sulla gestione ricorda che ci sono lavori che Condotte sta eseguendo tutt’ora e sono stati finanziati dalla Cdp. E’ il caso di un tratto della Salerno-Reggio Calabria, per il quale si segnala che “in data 21 febbraio 2011, la Reggio Calabria-Scilla Scpa, assistita anche dalla capogruppo Condotte, ha sottoscritto un nuovo contratto di finanziamento con Cdp e WestLB”. Il tutto per un importo complessivo di 125 milioni di euro, destinato “alla cantierizzazione, al prefinanziamento e alle esigenze di cassa”. Oppure c’è il caso del Mose, il sistema di dighe mobili che dovrà proteggere la laguna veneta. Qui Condotte è nel consorzio che sta costruendo l’opera, finanziato fin dal 2008 dalla Cassa Depositi. Per carità, si tratta di situazioni (soprattutto quest’ultima) in cui Bassanini non era ancora nel consiglio di sorveglianza di Condotte. Ma è chiaro che in qualsiasi caso si tratta di operazioni finanziarie che si sviluppano nel tempo, a prescindere da quando sono state stipulate. Senza contare le operazioni in gioco nel futuro.
D’altra parte, quanto alla Nuvola di Fuksas, Condotte ha tenuto a precisare che il gruppo “non ha e non può avere ovviamente alcun interesse rispetto al tipo di finanziamento per la realizzazione dell’opera da parte di Eur spa”. Quest’ultima è la società, al 90% del Tesoro e al 10% del comune di Roma, che detiene i terreni su cui sta sorgendo la Nuvola. E che deve reperire le risorse. E’ ovvio che Condotte non gaurdi alla provenienza dei finanziamenti, ma questo nulla toglia alla questione dell’opportunità del doppio ruolo di Bassanini.
E per il nuovo centro congressi il buco sale a 200 milioni
Il buco è arrivato alla bellezza di 200 milioni di euro. Tante sono le risorse che servono a ultimare la Nuvola, il nuovo centro congressi di Roma progettato dall’archistar Massimiliano Fuksas. Secondo quanto risulta a La Notizia, all’appello mancano 160 milioni per finire la struttura vera e propria. Una cifra nettamente superiore rispetto ai 100 milioni di cui si era parlato finora. Ma poi si devono aggiungere altri 40 milioni relativi ai parcheggi, altra spada di Damocle che pende minacciosa sul futuro dell’area. A meno che, questa è la speranza delle ultime settimane, si riesca a “sbrigare” la questione dei parcheggi attraverso il meccanismo del project financing, ovvero l’intervento di privati che mettono risorse ma che in cambio hanno in gestione l’opera.
Certo non c’è pace per Eur spa, la società al 90% del Tesoro e al 10% del comune di Roma guidato dal sindaco Gianni Alemanno, che detiene i terreni sui cui sta sorgendo faticosamente la Nuvola. Dopo la tempesta giudiziaria che ha investito il precedente ad, Riccardo Mancini, finito nell’inchiesta per l’affaire filobus, la società si trova ancora oggi senza una guida operativa. Poco più di un mese fa, infatti, il Tesoro aveva provveduto a nominare nuovo ad Massimo Varazzani, che è anche amministratore delegato di Fintecna, la holding del Tesoro recentemente acquisita da Cassa depositi e prestiti. Qualche giorno fa, però, Varazzani ha preferito lasciare l’incarico. Una doccia fredda, se vogliamo, per chi credeva che il manager, ex ad della Cassa depositi e prestiti, potesse essere un buon viatico per l’erogazione di un finanziamento da parte della stessa Cassa. Il fatto è che in Eur spa, presieduta da Pierluigi Borghini, i problemi sono tali e tanti che ancora adesso è difficile vedere la luce in fondo al tunnel. L’obiettivo di recuperare almeno 100 milioni di euro dalla vendita della Lama, ovvero l’hotel extralusso che sta venendo su proprio accanto alla Nuvola, si è rivelata finora una pia illusione. Qualche manifestazione d’interesse c’è stata, ma per il momento nulla di concreto. E così il nuovo centro Congressi, alla cui costruzione sta attendendo il gruppo Condotte, continua a inanellare un ritardo dietro l’altro.
@SSansonetti