Una giornata da incorniciare. Perché meglio di così difficilmente poteva andare. A cominciare dallo splendido risultato messo a segno da Elia Viviani, oro nel ciclismo su pista nella specialità Omnium e dall’argento di Rachele Bruni, argento nel nuoto di fondo.
Iniziamo dal veneto, che riporta un oro che nel ciclismo su pista mancava da 16 anni, da 20 in campo maschile. Sei prove: cinque fondamentali, la sesta della verità, la corsa a punti, dove tutto quello fatto di buono balla sul filo, soggetto a essere ribaltato. Viviani arriva all’epilogo al comando, trema quando dopo una carambola finisce a terra, poi reagisce e controlla mostri sacri come il britannico Cavendish e il danese Hansen. Mozzafiato anche la 10 km di fondo, già dura di per sé, resa selvaggia dalle acque agitate dell’oceano. Domina l’olandese all’olandese Van Rouwendaal, la Bruni dopo un arrivo convulso è terza per pochi decimi di secondo, ma non finisce lì. La francese Muller gioca sporco, l’affonda in fase di tocco e viene squalificata.
Ma non finisce qui. Perché ci sono anche le luci delle ribalta riconquistate dalla pallanuoto e dal beach volley. Il Setterosa dopo 12 anni riconquista una semifinale olimpica: la squadra del ct Conti batte 12-7 la Cina e ora si giocherà l’ingresso in finale contro la Russia. Sa di storico la semifinale conquistata nel beach volley dalla coppia Nicolai-Lupo: battuti 2-1 i russi Ljamin-Barsuk 2-1 (21-18, 20-22, 15-11). Sconfitta assolutamente indolore invece per il volley maschile, che dopo averle vinte tutte e centrato i quarti a passo di carica (avversario sarà l’Iran) si arrende 3-1 al Canada.