Sembra che quel salottino Vip della finanza nostrana stia perdendo per strada qualche pezzo pregiato. O forse qualcuno ha deciso di prenderne le distanze quando quello stesso salottino, che prende il nome di Tages, si è spinto un po’ troppo in là sul terreno sdrucciolevole dei crediti deteriorati di alcune banche italiane. Il fatto è che Tages, società fondata e guidata dal banchiere-finanziere Panfilo Tarantelli, controlla Fonspa. Quest’ultima, attiva proprio nel settore dei crediti deteriorati, da qualche tempo è diventata advisor del Fondo Atlante per la delicatissima questione delle sofferenze di Mps, la disastrata banca senese che si appresta a varare una maxicartolarizzazione dei suoi crediti cattivi per ripulire il bilancio. Ora, sembra proprio che negli ultimi mesi dal gruppo Tages-Fonspa siano andati via due profili che certo non possono passare inosservati.
I NOMI – Uno è l’ex ministro ed ex presidente dell’Enel, Piero Gnudi, che era presidente di Fonspa. L’altro è nientemeno che il presidente dello Ior (la banca vaticana) Jean-Baptiste de Franssu, il quale era seduto sulla poltrona di Tages Capital. E’ il caso di ricordare che entrambi, almeno fino ai primi mesi del 2016, comparivano negli organigrammi di Tages-Fonspa pubblicati sul sito internet. Adesso dei due non c’è più traccia, mentre nel team del salottino continuano a risultare il fiorentino Lorenzo Bini Smaghi, molto vicino al giglio magico e tutt’ora amministratore di Tages Holding, e Umberto Quadrino, in passato Ad di Edison e oggi partner di Tages Group e presidente di Tages Holding. Di sicuro nel 2016, in particolare dopo un articolo de La Notizia del 13 gennaio, Fonspa è finita sotto l’attenzione della procura di Arezzo per aver acquistato nel novembre del 2015 un corposo pacchetto di crediti deteriorati di Banca Etruria del valore nominale di 300 milioni. Il tutto al prezzo stracciato di 49 milioni e soprattutto una manciata di giorni prima che il Governo guidato da Matteo Renzi varasse l’ormai famose decreto salva-banche.
Ci sono state anche denunce da parte di alcune associazioni di risparmiatori che hanno chiesto una marcia indietro sull’operazione addirittura autorizzata da Bankitalia. Insomma, la vicenda ha cominciato ad avere un certo risalto mediatico. E dopo qualche tempo Fonspa è rispuntata fuori come consulente del fondo Atlante per la ricognizione dei crediti deteriorati di Mps. Tutto questo può aver influito sull’uscita di Gnudi e de Franssu? Naturalmente La Notizia ha chiesto lumi sulla posizione dei due al gruppo Tages-Fonspa, la cui comunicazione è curata dalla società Image Building. Che però, più volte sollecitata, non ha mai voluto fornire una riposta. Lo strano silenzio della Image Building non fa altro che alimentare il mistero. Il quale, almeno per quanto riguarda Gnudi, è stato diradato dalla segreteria romana di Fonspa, che ha ammesso che Gnudi “non è più presidente della società”. L’ex ministro era arrivato nel dicembre del 2013 ed è uscito dal gruppo nel maggio di quest’anno. Normale scadenza del mandato? Possibile.
IL GIALLO – E de Franssu? Il suo nome, che come detto compariva negli organigrammi come presidente di Tages Capital, adesso è scomparso dal sito. Da qui la domanda: il numero uno dello Ior è uscito o no dal gruppo? “Non mi prendo la responsabilità di rispondere a questa domanda”, ha fatto sapere ieri sul punto un’addetta della segreteria milanese di Tages. Ma responsabilità di cosa? Ad ogni modo subito dopo ha aggiunto che per motivi di privacy è possibile chiedere di non essere indicati sul sito. Fino a gennaio, però, de Franssu compariva tranquillamente nell’organigramma on line. Se è rimasto presidente di Tages Capital perché adesso dovrebbe voler rimanere anonimo? La seconda ipotesi, allora, porterebbe a concludere che il presidente dello Ior ha lasciato Tages. Di sicuro nel gruppo un piccolo terremoto c’è stato. E si è sentito nonostante i silenzi di Image Building e Tages.
Twitter: @SSansonetti