Nuove ombre sulla sicurezza in Francia dopo l’attacco a Rouen. Nabil Abdel Malik Petitjean, 19 anni, infatti era stato già segnalato come soggetto pericoloso. Certo, non era stato già condannato come Adel Kermiche, l’altro attentatore ucciso. Ma era comunque considerato uno dei possibili jihadisti.
Secondo la nota dall’ l’unità di coordinamento della lotta antiterrorista (Uclat) c’era un soggetto “pronto a partecipare a un attentato sul territorio nazionale”. L’identità precisa non era stata diffusa, ma c’era una foto segnaletica che avrebbe dovuto aiutare l’individuazione. Il giovane era stato fermato in Turchia per provare a entrare in Siria con lo scopo di arruolarsi nell’Isis. E combattere, come accade per tanti giovani radicalizzati, al fianco degli altri miliziani del Califfo. Per qeusto motivo era stato inserito nella blacklist. Ma c’è stato qualcosa che non ha funzionato: l’intelligence riteneva che il19enne terrorista si trovasse ancora al di fuori del confine francese. Invece era proprio in Francia, a pianificare un attacco, sfociata nell’assalto a Saint-Etienne-du Rouvra.
La gestione della sicurezza francese lascia così più di qualche perplessità. Già a Nizza sono piano piano emerse delle mancanze, che hanno favorito la strage sulla Promenade des Anglais. Gli inquirenti hanno subito predisposto delle perquisizioni nelle abitazioni dei parenti del giovane. Queste operazioni “dovrebbero permettere di raccogliere elementi sul profilo dell’assassino. Niente al momento dice che queste persone abbiamo qualcosa a che vedere con l’attentato”, hanno comunque puntunalizzato gli investigatori.