Prenotare un appartamento per qualche giorno di ferie. Recarsi all’ìndirizzo indicato. E non trovare nulla. La banda delle case vacanza ha truffato così almeno 600 turisti con un giro di affari di circa 350mila euro. Ma un’operazione della Polizia di Stato ha messo fine all’incubo: 22 persone sono state denunciate per aver messo in piedi l’ingegnoso meccanismo. La mente era formata da due fratelli di Milano, supportati da numerosi complici che avevano vari compiti: dall’intermediazione con i clienti al contatto con gli istituti di credito.
La banda pubblicava annunci di alloggi per luoghi di villeggiatura: dal mare di Rimini, Riccione, Alassio e Gallipoli alle montagne di Courmayeur, Livigno e Bormio. Prima c’era il contatto telefonico per garantire puntuali informazioni al cliente, che si sentiva garantito dal fatto di avere un interlocutore cordiale e preciso. Secondo quanto ricostruito, in molti casi erano scelte persone del Nord “dall’accento più rassicurante”. La prenotazione avveniva online con pagamento anticipato. I soldi delle frodi finivano su conti correnti creati appositamente dalla rete criminale. Le indagini sono state molto complicate visto il livello di sofisticazione raggiunto dalla banda.
La Polizia di Stato ha elencato una serie di suggerimenti con lo scopo di non incappare in brutte sorprese. A cominciare dall’uso di Google Maps per cercare la casa e vedere se esiste realmente. Inoltre “se possibile, incontrate l’inserzionista per una visita della casa e per consegnare l’importo dovuto di persona” e” non inviate documenti personali”. E soprattutto attenzione al prezzo: se è troppo conveniente potrebbe esserci puzza di bruciato.
Anche la Polizia Postale ha fornito un piccolo vademecum per evitare le truffe. Prima di tutto è bene “accertarsi dell’esistenza dell’immobile o della struttura di destinazion” poi “eseguire analisi social online sull’immobile e sui proponenti” e “verificare la ridondanza della proposta e delle stesse foto dell’immobile su annunci diversi con riferimenti telefonici, Iban ed e-mail di locatori diversi”. Nell’era della sharing economy, poi, è opportuno “verificare l’attendibilità dei siti dove la proposta è presentata e contattare gli uffici del turismo presenti nelle principali località”. Infine i funzionari consigliano di “procedere al pagamento online mediante sistemi sicuri e certificati”.