L’esperienza non è bastata. Così i due alpinisti molto noti Roberto Iannilli,di Cerveteri (Roma), e Luca D’Andrea di Sulmona, sono morti dopo un incidente sulla parete nord del monte Camicia, sul Gran Sasso, in Abruzzo. Le famiglie avevano lanciato l’allarme per il “mancato rientro” nella serata di ieri, mercoledì 20 luglio. Immediatamente sono scattati i soccorsi per ritrovare i due alpinisti. Alla luce della loro conoscenza della montagna, c’era la speranza di trovarli ancora in vita. Ma le ricerche, condotte dalSoccorso Alpino e dal 118, hanno dato un esito diverso: i corpi di Iannilli e D’Andrea erano già senza vita. Le salme sono state trasportate in elicottero nell’ospedale di Teramo.
“Stavano scalando una parete che ha uno sviluppo di 1200 metri e non si può stabilire da che altezza siano precipitati”, hanno spiegato dal Soccorso Alpino. Così anche per loro è difficile ricostruire la dinamica dell’incidente.
Iannilli era considerato un vero e proprio mito nel mondo dell’alpinismo: ha vinto per due volte il premio ‘Consiglio’, il massimo riconoscimento del settore in Italia. Nella sua carriera aveva aperto più di 100 nuove vie sul Gran Sasso, che quindi conosceva molto bene. Tuttavia, nel 2010 aveva subito un incidente, sempre sull’appennino abruzzese: era precipitato per una trentina di metri, riportando qualche ferita alla testa e la frattura dei polsi.