Finito il momento del cordoglio per le 84 vittime, inizia quello delle perplessità. Perché l’attentato di Nizza probabilmente era evitabile se ci fossero stati più agenti a sorvegliare la Promenade des Anglais la sera del 14 luglio. Invece, a quanto pare, l’accesso principale era controllato solo da due vigili, elusi dalla manovra dell’attentatore che hatravolto alcune barriere, avviando la sua corsa sulla folla.
Il quotidiano Liberation ha ricostruito la dinamica dell’attacco condotto da Mohamed Lahouaiej Bouhlel alla guida di un tir, smentendo la versione ufficiale che parlava di pattugliamento “nei punti maggiormente sensibili alla polizia nazionale, rafforzata dalla presenza di agenti municipali”. Così vacilla la tesi difensiva del premier, Manuel Valls, che aveva respinto l’accusa di una carenza di controlli. Il dispositivo della sicurezza era stato organizzato in tre diversi incontri: gli ultimi due si sono svolti una settimana prima del 14 luglio.
Le testimonianze raccolte dal giornale, supportato anche da alcune fotografie pubblicate (in fondo all’articolo c’è lo screenshon del sito di Liberation), sostengono una presenza molto più ridotta di pattuglie della polizia. Nelle immagini diffusi non c’è “nessuna traccia del personale della polizia nazionale”, scrive il giornale. Il ministro dell’Interno di Parigi, Bernard Cazeneuve, ha replicato, ricordando che sul posto c’erano gli agenti della polizia nazionale: sono stati loro a fermare Bouhlel, uccidendolo. Ma i dubbi non sono fugati del tutto. Del resto l’ex sindaco di Nizza, Christian Estrosi, aveva accusato: “Voglio capire come il camion ha potuto raggiungere la zona pedonale”. Peraltro, un’ordinanza comunale vieta il passaggio lungo quella strada di camion grandi. Salvo poi scoprire che l’attentatore aveva già compiuto dei sopralluoghi per pianificare la strage. Un altro elemento che alimenta la tesi di una sorveglianza troppo leggera.