Il Tour de France 2016 è rimasto a piedi sulle ultime rampe del Mont Ventoux. Insieme alla maglia gialla che corre, come fosse un podista, verso il traguardo. Senza ammiraglia al seguito, mentre i rivali passano avanti veloci. Quegli stessi rivali che aveva staccato qualche centinaio di metri prima E alla fine deve cedere il simbolo del primato della classifica generale. Restituitogli poi dalla giuria, che ha ricosciuto lo stesso tempo di un compagno di fuga.
Chris Froome, suo malgrado, entrerà nella storia del Tour de France 2016 per un episodio ai limiti del ridicolo (il video è visibile nell’articolo). Ma mentre il ciclista britannico non perde la maglia gialla, l’organizzazione della corsa a tappe francese ha perso la faccia. Perché quell’immagine sarà indelebile nella memoria del ciclismo. Il grottesco evento è stato innescato da una caduta del terzetto dei migliori, formata dall’australiano Richie Porte, dall’olandese Bauke Mollema e dallo stesso Froome, ostacolato da una motocicletta, mentre alle spalle l’altro grande favorito, il colombiano Nairo Quintana, inseguiva in difficoltà. Ma l’aspetto tecnico è passato in secondo piano dinanzi allo spettacolo di disorganizzazione del Tour de France. Così come la cronaca che ha perso quasi senso, vanificando ingiustamente la vittoria del belga Thomas De Gendt, al termine di una bella fuga da lontano. Ma mentre il trionfatore di giornata esultava per il successo, alle sue spalle accadeva il finimondo. Perché quella motocicletta non doveva essere così vicina ai corridori. E a poco serve la motivazione della grande folla di pubblico presente: bisognava transennare adeguatamente la zona. Da segnalare la buona prova di Fabio Aru, che è salito con il suo passo evitando di strafare. Così ha tenuto il passo dei migliori, salvandosi anche dalla caduta perché non si trovava con Porte, Mollema e Froome al momento del ruzzolone. Per il sardo dell’Astana è un segnale positivo in vista delle montagne da scalare nella terza settimana del Tour de France 2016.
Il precedente
Come se non bastasse qualche giorno fa, sempre sulle strade della Grande Boucle, c’è stato un altro episodio assurdo: lo striscione che indica l’ultimo chilometro è caduto sul gruppo in transito, centrando Adam Yates. Che, ironia della sorte, non ha avuto il riconoscimento della maglia gialla dopo il fattaccio sul Mont Ventoux. La fortuna non è proprio dalla sua parte. In quel caso l’organizzazione se l’è cavata con la neutralizzazione del tempo, perché l’arrivo era in pianura, chiedendo poi ufficialmente scusa per l’accaduto. Adesso le scuse serviranno a poco.
La classifica generale del Tour de France dopo 12 tappe (clicca sulla foto per ingrandire)