Non ce ne voglia Milos Raonic, primo ragazzone anni ’90 a centrare una finale dello Slam e primo canadese ad avere l’opportunità di vincere Wimbledon, ma la finale che tutti attendevano non c’è stata. Non nel senso dello spettacolo (in ogni caso davvero poco), ma nel nome dell’avversario del buon Andy Murray. L’epilogo che il mondo del tennis voleva (uscito Djokovic e assente Nadal) era quello tra Roger Federer e lo scozzese, ma il sette vincitore di Wimbledon è sceso dal treno in semifinale (battuto appunto da Raonic in 5 set) e probabilmente da un treno che non passerà più. Detto questo onore e applausi ad Andy Murray che bissa, con merito, il successo del 2013. Questa volta ha sudato anche meno per portarsi a casa Coppa e 2 milioni di euro in soli tre set: 64, 76, 76. Raonic ha perso il servizio una sola volta nel match, nel fatidico settimo game del primo set, ma è stata fatale. Davanti agli occhi reali di William e Kate e a una serie di vip e “vecchie glorie” (Becker, Edberg, Borg, McEnroe, gli attori Benedict Cumberbatch, Bradley Cooper e la modella Irina Shayk), Andy Murray gioca una finale ordinata con pochi errori gratuiti, sorretto dai suoi colpi migliori: il servizio e una grande ribattuta. Tra i segreti del suo successo un certo Ivan Lendl che continua a non ridere mai, ma da quando è diventato suo allenatore lo ha condotto a vette dove non era mai arrivato: solo quest’anno a tre finali su tre negli Slam.
“Per me, ogni anno, questo è il torneo più importante. Ho vissuto tanti bei momenti qui, è un torneo super speciale. Sono orgoglioso di stringere ancora questo trofeo fra le mie mani”, dice un disteso e felice Murray prima di fare i complimenti a Raonic. “Milos ha giocato in maniera stupenda, vincendo anche una partita fantastica contro Federer: è un gran lavoratore e ha uno splendido team. Ringrazio per il sostegno tutto questo splendido pubblico, compreso il Primo ministro” aggiunge lo scozzese, rivolgendosi a David Cameron, seduto sugli spalti. “Meglio giocare una finale qui che fare il suo lavoro, che è molto difficile”, ha poi concluso Murray, proteggendo Cameron dai fischi del Centre Court.
Sul fronte femminile nessuna sorpresa: la numero uno del mondo Serena Williams ha vinto per la settima volta in carriera il torneo. Nella finale ha piegato in due set (7-5 e 6-3) la 28enne tedesca Angelique Kerber. Con questa vittoria Serena ha ottenuto il suo 22esimo Slam eguagliando i titoli di Steffi Graf, un’altra che sapeva giocare discretamente a tennis. E per non farsi mancare nulla Serena, in coppia con la sorella Venus, ha pensato bene di vincere anche il titolo del doppio: 6-3, 6-4 a Babos/Shvedova in 87 minuti. Prossima tappa di rilievo gli US Open, ultimo Slam dell’anno con un Re in carica che vorrà ripetersi (Djokovic) e una Regina che, purtroppo, non gioca più (Pennetta).